“Hai appena indicato tutto me!” è stato il titolo del campo scuola 2014 della parrocchia San Benedetto Martire, vissuto dal 17 al 24 Agosto a Cagnano.

La frase, tratta dal film d’animazione che ha fornito l’ambientazione per il campo, “Dragon Trainer”, racconta della necessità di coinvolgerci a pieno, di metterci in gioco con tutte le componenti della nostra persona, nell’esperienza del campo così come nella vita. Sono stati giorni in cui abbiamo potuto vedere alternarsi gioia e fatica, giorni in cui abbiamo anche scoperto che spesso l’una è frutto dell’altra. Nelle relazioni tra noi, ad esempio, che diventano vere e forti nella misura in cui si ha il coraggio di costruirle e di prendersene cura. Ma anche nella fede, che ci chiede la forza di mettere in discussione ogni nostra sicurezza, di abbandonare ogni nostra maschera, per camminare senza pesi inutili verso il Signore.

Nel corso della verifica finale, quando abbiamo voluto dirci i momenti più preziosi e più belli, quelli che avremmo portato a casa per tenerli sempre con noi, ciò che è emerso ci ha davvero sorpresi, perché più dei momenti di allegria e divertimento, a colpire i ragazzi sono stati quelli in cui si sentiva forte la fatica.

Come la camminata alle Cascate della Volpara, dove lo sforzo non è stato solo quello fisico della strada percorsa: per arrivare alla meta, infatti, è stato dapprima necessario credere di poterci riuscire per mettersi in cammino con fiducia, e poi offrire tutta la propria debolezza nella richiesta di aiuto a chi aveva più forze. Ma la gioia di arrivare è rimasta scolpita nel cuore ed è rimasta vivissima, quella sera, nella veglia di preghiera intorno al falò, alle cui fiamme ciascuno ha consegnato la fatica di cui sentiva più il peso, per offrirla al Signore.

Ai genitori, accolti nel campo per la mattinata conclusiva, il vice parroco Don Giuseppe Giudici ha voluto consegnare proprio questa consapevolezza: “Sono state le esperienze più faticose, quelle che noi vorremmo risparmiare ai nostri ragazzi e dalle quali desideriamo proteggerli, a colpirli più profondamente e, in fondo, a farli crescere.”

Tra i momenti più belli, i ragazzi hanno voluto porre anche quelli di preghiera e riflessione. Davanti al Signore infatti ci si fermava tutti, mettendo da parte la rivalità tra le squadre e i piccoli screzi personali, per riconoscerci fratelli che guardano insieme verso il Padre. E anche quella di sentirci uniti nel Signore, hanno riconosciuto i ragazzi, è stata un’esperienza preziosa.

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