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Più matrimoni ma solo grazie agli immigrati

Di Riccardo Benotti

Se è vero che i numeri non dicono tutto, aiutano però a definire la fisionomia della famiglia italiana. E, soprattutto, ad immaginare le difficoltà e le questioni aperte che potranno essere affrontate nella III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi in programma dal 5 al 19 ottobre sul tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Non sarà, infatti, un appuntamento scontato quello del prossimo autunno. Basti pensare che dal giorno della sua istituzione, nel settembre del 1965, il Sinodo dei vescovi si è riunito in forma di assemblea straordinaria appena due volte: la prima nel 1969, durante il pontificato di Paolo VI, quando all’indomani della chiusura del Concilio si cominciò a riflettere sulla collegialità dei vescovi e il ruolo delle Conferenze episcopali; la seconda nel 1985, quando Giovanni Paolo II volle tornare a parlare dell’applicazione del Vaticano II. Entrambe le volte per affrontare “affari che richiedono una soluzione sollecita”, come prevede il Codice di diritto canonica al Can. 346. Dove si specifica, tra l’altro, la composizione “ristretta” dell’assemblea straordinaria composta da membri “la maggioranza dei quali Vescovi, deputati dal diritto peculiare del sinodo in ragione dell’ufficio svolto; altri poi nominati direttamente dal Romano Pontefice; ad essi si aggiungono alcuni membri di istituti religiosi clericali eletti a norma del medesimo diritto”. Ad essi sarà affidata la riflessione sulle modalità che la Chiesa deve adottare per rispondere sempre meglio alle esigenze di una famiglia che anche in Italia, dimostrano i numeri, è alle prese con la sfida dei tempi.
Matrimoni. Al 31 dicembre 2013 sono quasi 26 milioni le famiglie presenti in Italia. Per la precisione, l’Istat rileva 25.791.690 nuclei familiari e 27.372 convivenze, intese come un insieme di persone normalmente coabitanti per ragioni di natura diversa (religione, cura, assistenza, militari, pena e simili) aventi dimora abituale nello stesso comune. Il numero medio di componenti per famiglia si attesta a 2,34, con un incremento poco apprezzabile rispetto al 2012 e un calo più significativo in relazione a dieci anni fa (2,5). Oltre il 99% della popolazione italiana risiede in famiglia: 60.472.861 su un totale di 60.782.668 cittadini.

Nozze miste. I matrimoni celebrati nel 2012 sono stati 207.138, 2.308 in più rispetto al 2011. Un leggero aumento che si inserisce, però, all’interno di un trend negativo in atto dal 1972. In particolare, negli ultimi 20 anni il calo annuo è stato in media dell’1,2%, mentre dal 2008 al 2011 si sono avute oltre 45mila celebrazioni in meno (-4,8% annuo tra il 2007 e il 2011). Per l’Istituto di statistica, l’aumento del numero delle nozze rispetto al 2011 è dovuto alla ripresa dei matrimoni in cui uno, o entrambi i coniugi, è di cittadinanza straniera: nel 2012 sono state celebrate 30.724 nozze di questo tipo (15% del totale), oltre 4mila in più rispetto al 2011, ma ancora inferiori di oltre 6mila confronto al picco massimo del 2008. I matrimoni misti, con un coniuge italiano e l’altro straniero, sono stati 20.764 nel 2012 e rappresentano la tipologia prevalente (68%) dei matrimoni con almeno uno sposo straniero.

Rito cattolico. Le nozze celebrate con rito religioso sono state 122.297. Un numero in calo di 33mila unità negli ultimi 4 anni. Ma il dato differisce in modo considerevole da quello riportato nell’ultima edizione dell’Annuarium Statisticum Ecclesiae che, per lo stesso anno, censisce 140.152 matrimoni tra cattolici e 3.182 tra cattolici e non. Totale: 143.334 matrimoni celebrati secondo il rito cattolico. L’Italia si pone così al secondo posto in Europa, dietro alla Polonia (150.889) e davanti a Francia (71.019), Spagna (69.275), Germania (46.170) e Ucraina (18.507). Il numero complessivo di matrimoni tra cattolici o tra cattolici e non, celebrati in tutta Europa nel corso del 2012, ammonta a 648.540. In proporzione, il peso dell’Italia è pari al 22%.

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