SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Martedì primo luglio si è tenuta presso la sede della CARITAS diocesana la messa concelebrata dal Vescovo Carlo e don Roberto Melone, per celebrare il trasferimento delle suore del Piccolo Fiore di Betania presso la struttura stessa.

Il piccolo Fiore di Betania conta nella nostra diocesi di due sedi: quella di Acquaviva Picena con sr Isabella, sr Jolinta e sr Alphonsine e da oggi quella di San Benedetto del Tronto, presso la Caritas, con Suor Tharsis, conosciuta come suor Tarcisia, suor Smitha e suor Vijaya ovvero Vittoria; saranno queste ultime tre con sr Alphonsine ad essere “la mano amorevole del Signore incarnata dalla nostra Chiesa diocesana e tesa verso il povero” per usare le parole del Vescovo durante l’omelia:”Incontriamo persone che hanno bisogno e noi cristiani dobbiamo essere per loro la presenza di Gesù.

Nel vangelo di Matteo, capitolo 25, quando Gesù presenta il giudizio finale e dice avevo fame, avevo sete, ero nudo, mi avete vestito, mi avete dato da mangiare il Signore ci ricorda due cose: nel bisognoso noi incontriamo Lui e noi dobbiamo essere come Lui che va incontro ai bisognosi.

E questa è la CARITAS, è un modo attraverso il quale la Chiesa diocesana incarna questo amore del Signore per i bisognosi. Se ho invitato le suore a venire in questa casa è perché voglio che questa casa sia l’espressione, sempre più visibile, di questa carità del Signore verso il povero.
Se il povero è la presenza del Signore, le cose del povero sono del Signore e quindi dobbiamo imparare a trattarle con la massima cura e attenzione; a me piace ricordare
che nella moltiplicazione dei pani e dei pesci Gesù disse raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto: nulla deve andare perduto dell’amore e della grazia del Signore, questo significa che il bene dobbiamo farlo bene”.

Questo sarà il compito delle suore, coordinare la distribuzione del necessario a chi ne ha bisogno e farlo bene; chi conosce già le suore del Piccolo Fiore di Betania sa che sicuramente non mancheranno nel servire il povero come mano tesa del Signore: caritatevole, amorevole e capace di tenerezza verso le tante ferite delle persone che verranno a loro.
Buona missione!

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