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Parrocchia Regina Pacis, un nuovo affresco di P. Ruberval Monteiro

CENTOBUCHI – È quasi completata l’opera nella Chiesa della Regina Pacis a Centobuchi realizzata nella cappella laterale. Padre Ruberval Monteiro è l’autore, monaco benedettino e dottore in iconografia paleocristiana presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma, insegna al Sant’Anselmo a Roma, e ha realizzato diverse opere nel nostro territorio.
Per la Chiesa della Regina Pacis aveva già dipinto l’Annunciazione per il tabernacolo, ora sta completando tutta la parete. La prima cosa che salta all’occhio sono i colori.
Padre Ruberval è originario del Brasile e in molti gli dicono che l’uso del colore che caratterizza la sua pittura è di origine brasiliana, forse associando il colore allo spirito della festa. Così non è, in realtà l’uso del colore puro fa parte della tradizione italiana, a cui molto probabilmente noi ci siamo disabituati. I colori vengono molto graditi dalle persone, la vividezza e la lucentezza del colore puro rivelano la bellezza ed è la bellezza che cattura, e così lo sguardo è preso dai rossi, blu, gialli… e l’oro, l’oro che indicava la divinità.

A completare l’immagine dell’angelo e della Madonna, in altro la scena dell’ultima cena e Adamo e Eva. Mentre padre Ruberval completa la sua opera dipingendo l’ultimo spazio che rimaneva vuoto nella parete, ci dice che l’ispirazione è nella tradizione, così che la Madonna trae ispirazione dall’VIII secolo e l’angelo dal VI, mentre da un portale del XII secolo i fregi. La tradizione nel moderno rispettando l’uomo di oggi. L’ultimo spazio dipinto, un’aggiunta al progetto originario, è riempito dalla Parola, la frase “Quando venne la pienezza…” non è immediatamente leggibile, ma richiede uno sguardo attento e impegno per leggerlo. Forme e parole che prendono ispirazione dagli arabeschi arabi, un esercizio di concentrazione perché nel “tempo che perdi per cercare di leggere e capire non pensi a sciocchezze e il tuo cervello è contento” suggerisce Padre Ruberval a chi mostra titubanza nell’individuare le parole. Del resto ci spiega che l’arte sacra non è arte di argomento religioso che fa bella mostra in una sorta di galleria, è qualcosa di più. L’arte sacra è buona arte sacra se è in rapporto con Tradizione, la lunga storia della Chiesa; se è in rapporto con la liturgia, l’arte rispecchia il mistero di Gesù che si celebra e che permane così che chi entra in una Chiesa nell’arte continua a vivere ciò che si è celebrato. E infine l’arte sacra deve essere in dialogo con l’uomo contemporaneo. Tre criteri per verificare se l’opera è buona. Così l’opera di arte sacra nella bellezza genera meraviglia e apre all’evangelizzazione, perchè indica subito che il luogo in cui ci si trova è un luogo sacro e qualcuno incuriosito avrà delle domande da rivolgere, magari al prete. eh si perchè colpiti dai colori, dalle figure ci si può incuriosire su di esse, come che ci sono nove figure sedute e sono dodici con Adamo e Eva e poi con la donna inginocchiata, e quel frutto in mano a Gesù e…

Monica Vallorani: