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Scorte di cibo esaurite

Per tutto il mese di maggio nelle realtà socio-assistenziali convenzionate con il Banco alimentare della Calabria è sospesa la distribuzione di viveri. Sono, infatti, esaurite tutte le scorte. È di questi giorni l’allarme lanciato da Giovanni Romeo, direttore regionale per la Calabria del Banco alimentare. Il problema parte dall’Ue, ma sono pur sempre le Regioni che decidono come utilizzare i pochi soldi che hanno a disposizione. I fondi sono stati sospesi anche a causa della nuova normativa che richiede un diverso e dettagliato piano operativo nazionale, che il Governo dovrà approvare al più presto.
Povertà in aumento. Nel 2013 sono stati 672 gli enti socio-assistenziali convenzionati con il Banco alimentare della Calabria. Si tratta di mense per i poveri, comunità di accoglienza per ragazze madri, case-famiglia per minori, centri per disabili, comunità per tossicodipendenti, Caritas parrocchiali. Vengono, attualmente, aiutate in modo “sistematico e continuo – racconta Romeo – 132.537 persone che versano in stato di bisogno di cui dai 0 ai 5 anni 11.856, dai 6 ai 65 anni 108.970 e dai 65 anni in su 11.711, sebbene i dati ufficiali sulla povertà nella nostra regione parlino di numeri ancora molto più elevati”. In Calabria negli ultimi tre anni il bisogno della popolazione calabrese è cresciuto del 30%, “mentre si mantiene più o meno stabile la raccolta dei prodotti”, spiega Romeo. Dal 2011 ad oggi gli assistiti dal Banco alimentare sono 30mila in più: “Questo ci mette in difficoltà ed è chiaro che quanto raccolto non basta più a soddisfare le esigenze degli enti; occorre pertanto individuare nuove strategie e nuove azioni di raccolta che vadano ad incrementare i quantitativi raccolti”.
Più sussidiarietà. Nel 2013 sono state distribuite 3.955 tonnellate di prodotti per un valore commerciale di circa 12 milioni di euro. “La povertà nelle sue diverse sfaccettature – sostiene Romeo – non viene colta nella sua gravità ed è molto sottovalutata anche dalle stesse istituzioni preposte, tenendo conto che la lotta ad essa non si vince, comunque, se non partendo dal basso”. Per questo “occorre non rassegnarsi e fare in modo che le istituzioni mettano tale problematica come prioritaria nelle loro agende. Emerge, infatti, un modo di affrontare il problema molto parziale e sicuramente non adeguato alla sua gravità e complessità. Esso, al contrario, andrebbe aggredito con determinazione e con strategie ben mirate attraverso verifiche sistematiche coinvolgendo quelle realtà sociali presenti sul territorio e impegnate accanto ai più deboli da anni, nell’applicazione più coerente del principio di sussidiarietà. Di questo c’è bisogno in primis nella nostra Regione”.
Solidali con chi soffre. “Stiamo sensibilizzando i territori”, dice don Antonino Pangallo, delegato regionale per la Calabria della Caritas. “Chi ha più possibilità aiuti chi ne ha di meno”, sottolinea il sacerdote. La Caritas calabrese sta pensando a una formula “più rispettosa delle necessità delle famiglie in difficoltà – precisa don Pangallo – come gli empori della solidarietà”. Ne è nato uno in provincia di Reggio e uno a Lamezia. A Catanzaro dal 6 maggio, su iniziativa dell’arcivescovo, monsignor Vincenzo Bertolone, è nato l’emporio solidale “Boccone per il povero”. Intanto il Banco alimentare calabrese aderisce al gruppo “Insieme per l’aiuto alimentare”, insieme a otto realtà italiane: tra queste la Caritas. Per il 14 giugno è prevista una nuova raccolta alimentare. L’iniziativa vuol essere una “manifestazione di solidarietà e, al contempo, di risveglio delle coscienze per l’intera comunità calabrese perché questa situazione di grave difficoltà possa essere superata prima possibile e si possa nuovamente garantire un servizio a migliaia di persone in difficoltà – dichiara Romeo -. Chiediamo ai calabresi di essere solidali con chi soffre, con chi sta vivendo più pesantemente degli altri gli effetti di una lunga e devastante crisi economica”.
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