Don GiuseppeDi Riccardo Benotti

“L’editoria religiosa deve investire di più per portare il libro ai lettori. Bisogna mettere in campo un’azione educativa nei confronti del lettore, per fargli prendere sempre maggiore confidenza con il libro religioso”. A poche ore dall’apertura del Salone internazionale del Libro, in programma a Torino dall’8 al 12 maggio, sul tema “Bene in vista”, incontriamo don Giuseppe Costa, direttore della Libreria editrice vaticana (Lev), in partenza per il Lingotto dove quest’anno la Santa Sede è ospite d’onore. Le iniziative editoriali attuali, ma anche il rapporto storico della Chiesa e dei Pontefici con il libro e le arti, saranno esposti sotto un “cupolone” di libri nel terzo padiglione del complesso, su un’estensione di oltre 300 metri quadri che ricalca la pianta del progetto per la nuova Basilica Vaticana di Donato Bramante di cui si celebra quest’anno il 500° anniversario della morte.

La Santa Sede ospite d’onore al Salone del Libro è anche il risultato di un’accresciuta capacità di dialogo con l’editoria laica?
“Mostra chiaramente la maturazione del linguaggio religioso. Il libro propone idee che devono creare dibattito e confronto. Dell’invito a Torino si è cominciato a discutere già sotto il pontificato di Benedetto XVI, anche grazie ai buoni rapporti del cardinale Tarcisio Bertone con il Lingotto, in un momento in cui l’editoria religiosa in genere, e quella cattolica in particolare, vive un periodo di forte crescita e apertura al mondo laico. D’altra parte, anche l’editoria laica è sempre più attenta ai valori e al fenomeno religioso. La partecipazione della Santa Sede al Salone, dunque, rappresenta un traguardo di crescita impensabile fino a dieci anni fa”.

In un anno l’editoria laica ha registrato una flessione dell’8,1%, l’editoria religiosa del 3,8%. Come si spiega la tenuta migliore?
“Grazie all’accresciuto interesse verso il fenomeno religioso. Il libro religioso, infatti, fa ancora da traino al libro cartaceo. È quasi un paradosso: se da un lato si registra la diminuzione dei lettori, dall’altro il trend di attenzione al fatto religioso è in costante crescita. Da un punto di vista globale, però, l’editoria cartacea attraversa una crisi profonda che si riflette anche su chi fa editoria religiosa: se è vero che la domanda è in aumento, i costi di gestione continuano però ad essere troppo gravosi”.

Saranno tanti i giovani presenti a Torino. È ancora possibile interessarli al libro religioso?
“I giovani sono attratti da libri che possano rappresentare qualcosa di significativo. Di sicuro lo è il Magistero del Papa ma lo sono, in maniera diversa, anche altre pubblicazioni specifiche come le riflessioni in occasione delle Gmg o gli itinerari spirituali di formazione. Anche le raccolte dei tweet del Santo Padre, che utilizzano un linguaggio particolarmente caro al mondo giovanile, rappresentano un prodotto interessante. Ed è proprio partendo da questi libri che si può tentare di reinserire nella lettura abitudinaria dei giovani anche i classici della spiritualità, che rappresentano ancora un valore aggiunto per l’editoria religiosa”.

Ogni enciclica del Papa è stimata tra le 6 e le 800mila copie. Cosa significa avere in catalogo un autore così speciale?
“In realtà le copie sono anche di più, se si contano le edizioni nelle diverse lingue e nei vari Paesi. Il Papa è trainante, come una grande nave rompighiaccio che apre la strada e permette alle altre di seguirla. Siamo presenti al Lingotto perché i Papi hanno fatto crescere i libri, il Magistero e la visibilità dell’editrice della Santa Sede”.

Da Ratzinger a Bergoglio, cosa è cambiato a livello editoriale?

“Certamente il linguaggio, benché si continui a puntare su libri di eguale intensità contenutistica e spirituale. Il lettore di Papa Francesco è diverso da quello del Papa emerito e noi cerchiamo di valorizzare questa diversità con modi e forme differenti dal passato”.

Ad esempio il rosario meditato da Papa Francesco…
“Viene pubblicato, in italiano, nel mese di maggio ma lo abbiamo già venduto in Stati Uniti, Brasile e Francia. Ora siamo in trattativa con altri editori. Il legame tra devozione popolare e insegnamento del Papa è apprezzato sia spiritualmente che editorialmente”.

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