Ed ecco allora il pranzo di Pasqua trasformarsi in un simposio economico. C’è la giovane maestra precaria che chiede: “Li avrò anch’io?”. La vecchia zia pensionata che si rammarica: “Il governo ci ha dimenticati”. Il libero professionista che scommette sulla ripresa perché “è sempre meglio essere ottimisti”. Il negoziante di mobili che ha resistito al crollo: “Forse me la cavo anch’io, se qualcuno ricomincia a comprare cucine e poltrone”. Il giardiniere comunale che si fa due conti veloci, ma ribadisce: “Io ho la fortuna di lavorare all’aria aperta…”. L’anticasta che commenta compiaciuto: “Finalmente un taglio ai maxistipendi dei manager pubblici e un po’ di redistribuzione sociale”. Infine il saputone che spiega tutto il Def, voce per voce.
Ma al crocevia c’è sempre lui, il Matteo Renzi da Firenze. E allora ti vien da dire che per quest’anno, almeno, è andata così: Natale con i tuoi, Pasqua con Matteo. E l’estate? Si vedrà.