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Stranezze della vita…

Ottanta euro in busta paga a fine maggio. Nelle famiglie italiane non si parla d’altro. Del resto, chi non ha in famiglia un lavoratore dipendente? Così il pranzo di Pasqua, un rito che resiste anche alla crisi, ha un tema obbligato: basteranno 80 euro al mese per tirarci fuori dai guai e restituire un po’ di fiducia a tutti? Ché la fiducia nel futuro è il miglior ingrediente, chiedere lumi agli economisti, per rimettere in moto un’economia stagnante.
Ed ecco allora il pranzo di Pasqua trasformarsi in un simposio economico. C’è la giovane maestra precaria che chiede: “Li avrò anch’io?”. La vecchia zia pensionata che si rammarica: “Il governo ci ha dimenticati”. Il libero professionista che scommette sulla ripresa perché “è sempre meglio essere ottimisti”. Il negoziante di mobili che ha resistito al crollo: “Forse me la cavo anch’io, se qualcuno ricomincia a comprare cucine e poltrone”. Il giardiniere comunale che si fa due conti veloci, ma ribadisce: “Io ho la fortuna di lavorare all’aria aperta…”. L’anticasta che commenta compiaciuto: “Finalmente un taglio ai maxistipendi dei manager pubblici e un po’ di redistribuzione sociale”. Infine il saputone che spiega tutto il Def, voce per voce.
Ma al crocevia c’è sempre lui, il Matteo Renzi da Firenze. E allora ti vien da dire che per quest’anno, almeno, è andata così: Natale con i tuoi, Pasqua con Matteo. E l’estate? Si vedrà.

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