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Terence Hill l’arma del sorriso per un eroe gentile

“Sei soprattutto un uomo buono, un uomo molto buono”. Sono espressioni che a ciascuno farebbe piacere sentirsi dire, ma colpiscono soprattutto se riferite a un attore di grande successo, con una carriera cinematografica e televisiva invidiabile, oggettivamente bello, sportivo, elegante, gioviale e mai sopra le righe. Sono parole scritte da Bud Spencer all’amico Terence Hill in occasione del suo 75° compleanno.
Nato a Venezia il 29 marzo 1939, Terence Hill (nome d’arte di Mario Girotti) ha esordito come attore nel 1951, per attraversare, in oltre sessant’anni di spettacolo, ogni genere di film. Certamente Hill deve la fama internazionale alle 18 pellicole girate assieme all’amico di sempre, appunto Bud Spencer (anch’egli italiano, Carlo Pedersoli), menando sempre le mani, per lo più a fin di bene, in “Lo chiamavano Trinità”, “Altrimenti ci arrabbiamo”, “Io sto con gli ippopotami”, “Chi trova un amico… trova un tesoro”. Chi non ha riso almeno una volta vedendo il cattivo di turno preso a schiaffi dai due maldestri protagonisti della giustizia fatta in casa?
Ma Terence Hill è diventato famoso anche per altre interpretazioni rimaste nella storia del cinema, come in “Il mio nome è nessuno”, fino alle recenti serie televisive di successo: sacerdote investigatore in “Don Matteo” (era già stato prete sullo schermo in “Don Camillo”) e saggio guardaboschi in “Un passo dal cielo”.
Eppure tutto questo (le collaborazioni con grandi attori e registi, gli incassi al botteghino, il David di Donatello alla carriera assieme a Spencer) non raccontano pienamente il consolidarsi, nel tempo, della meritata etichetta di “eroe positivo” – non esente da errori o limiti, ma complessivamente orientata al bene – in un tempo in cui avremmo tanto bisogno di figure da imitare. Arrivare a 75 anni con una naturale capacità di trasmettere simpatia, sempre col sorriso negli occhi, rigorosamente distante dalle volgarità che passano attraverso cinema e tv, non è cosa da poco.
Ecco allora, assieme al “grazie” di Bud Spencer, anche il nostro grazie a Terence Hill. Continua a farci sorridere e a farci pensare, a parlarci di amicizia e di onestà, di generosità e di sano altruismo, avvicinando – fra un “birra e salsicce” con Bud e una pedalata alla don Matteo – intere generazioni di italiani.
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