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Riduzione attività delle sedi Rai regionali, Spacca ” Una prospettiva che allarma e che stride con la vera missione della Tgr”

Nella foto, uno scatto tratto dal tg itinerante di Montemonaco (Ottobre 2013 – Nicolas Abbrescia)

REGIONE MARCHE – Nuovo governo, nuovi mutamenti. A rischiare stavolta sono le sedi regionali della RAI, nate ancor prima della nascita della televisione ed esplose definitivamente con l’avvento della terza rete televisiva.

La proposta Cottarelli ha provocato delle reazioni da parte dei vertici regionali, in una regione in cui i telegiornali regionali e le iniziative su facebook ad esso dedicata sono ai primi posti nel territorio nazionale.

Riportiamo le parole dell’assessore alla cultura Marcolini “Le frasi del commissario per la Spending review Carlo Cottarelli, rilanciate dai media, sulla riduzione dell’attività delle sedi regionali Rai, quale ipotizzata forma di risparmio rispetto alla precaria situazione finanziaria dell’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo, destano forte preoccupazione. Non vorremmo che le necessarie iniziative legate alla riduzione e al contenimento della spesa pubblica avvengano secondo il criterio della mera semplificazione centralista e finiscano per colpire i meno rappresentati politicamente e le realtà territoriali. Se questo fosse, la contrarietà della Regione Marche sarebbe totale, per una semplice ragione di merito: l’informazione fornita dal servizio pubblico regionale, negli anni, è divenuta un punto di riferimento per i cittadini e per la valorizzazione -non ultima culturale- delle realtà locali. Il Testo unico della Radiotelevisione “garantisce l’articolazione della società concessionaria in una o più sedi nazionali e in sedi in ciascuna regione” (DL n.177/05, art. 45, comma 2, lettera p), per cui non sembra essere nella potestà commissariale intervenire in questo ambito. È possibile, invece, e auspicabile che la razionalizzazione della spesa, nel caso della Rai, inizi dalle sedi centrali e dalla riforma dell’assetto attuale che prevede, ad esempio, la sovrapposizione di tre testate generaliste con altrettanti Tg. Come cittadini e come amministratori riteniamo che vi siano ampi margini su cui lavorare per il risanamento dell’azienda che prescindono dalla riduzione dell’attività regionale, la quale andrebbe non solo salvaguardata, ma potenziata proprio per l’importante lavoro di conservazione della memoria locale, d’informazione qualificata e di valorizzazione territoriale che ha svolto e che deve necessariamente continuare e permanentemente innovarsi”.

Queste sono le parole dell’Assessore alla Cultura della Regione Marche Marcolini.

In tarda serata è intervenuto sulla questione anche il Presidente Spacca attraverso un post su facebook.

“Il commissario per la spending review Cottarelli, come riportato dalla stampa, inserisce le sedi Rai regionali tra le spese da tagliare, proponendo una copertura centralizzata dell’informazione sui territori. Una prospettiva che allarma e che stride con la vera missione della Tgr che è quella di raccontare i territori dai territori, dando voce anche a quelli che, storicamente, ne hanno poca a livello nazionale.
La Tgr Marche offre da sempre un servizio vicino alla gente, riuscendone ad interpretare i bisogni prioritari, proponendo argomenti, inchieste, approfondimenti che vanno sempre al cuore dei problemi della comunità regionale. Ha saputo, negli anni, arricchire l’offerta dell’informazione con progetti originali, come il Tg Itinerante: un microfono al servizio di tutti i Comuni, dai capoluoghi ai centri più piccoli, per far conoscere le Marche ai marchigiani.
L’archivio del Telegiornale delle Marche è una straordinaria fonte filmata per raccontare la storia dei marchigiani in anni cruciali per l’evoluzione della comunità regionale. Un patrimonio di inestimabile valore. Senza la Tgr Marche, la storia recente della nostra regione e di molte altre, sarebbe stata relegata ad una semplice appendice nel ‘libro’ della storia del Paese”.

Nicolas Abbrescia: