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Schema Therapy: il paziente è cronico fino a quando non trova la terapia giusta

Relazone del Dott. Carmelita

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Venerdì 7 marzo l’Associazione Cognitivismo Clinico e Studi Cognitivi, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Cognitive ha organizzato, presso l’Hotel Garden, una giornata di formazione per medici e psicologi con accreditamento ECM dal titolo “La Schema Therapy per il disturbo borderline”.

La dottoressa Clarice Mezzaluna, psicologo e psicoterapeuta tra i soci fondatori dell’Associazione Cognitivismo Clinico – Psicoterapia, Formazione e Ricerca, e responsabile della sede della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale di San Benedetto del Tronto, parlando della terapia cognitivo comportamentale ha detto che è attualmente la psicoterapia che riscuote più successo perché ne è stata verificata l’efficacia. Le sue origini risalgono agli anni ’50 con il costruttivismo e ’60 con Ellis; partendo dalla psicoanalisi si sono avute quelle che vengono chiamate ondate di psicoterapia cognitivo comportamentale, la prima cominciò con Ellis e si è arrivati alla terza ondata che comprende terapie come, appunto, la Schema Therapy e altri tipi di terapie il cui scopo è quello di arricchire il cognitivismo di base, elemento che aiuta a migliorare il lavoro degli psicoterapeuti.

Presente come relatore il dott. Alessandro Carmelita, psicologo-psicoterapeuta italiano, che si è formato a New York con il fondatore della Schema Therapy, Jeffrey Young. Carmelita ha fondato la Società Italiana di Schema Therapy, in ogni Paese ce n’è uno, e lui rappresenta l’Italia. Carmelita, parlando di questa terapia, ha detto che la Schema Therapy è una terapia integrata, l’ideatore, Jeffrey Young, notando che per i casi più gravi non c’era una terapia efficace ha cercato di comprendere quali, nelle varie terapie, fossero gli aspetti più importanti, gli aspetti che potevano spiegare meglio le patologie che non rispondevano, appunto, alle terapie. Ha preso, così, le tecniche più efficaci per interrompere certi comportamenti disfunzionali e dannosi nelle persone che soffrono di un problema psicologico grave, e le ha unite insieme in un modello chiaro che possa spiegare perché le persone soffrono di un disturbo psicologico e non possono uscirne, e come fare ad uscirne. E’ un metodo chiaro non solo per il paziente, che inizia a comprendere il perché della sua sofferenza, ma è chiaro soprattutto per il terapeuta perché offre una chiave di lettura del disturbo precisa, puntuale e profonda. Quindi questa terapia si distingue per un aspetto importante e cioè per aver preso le parti migliori di ogni terapia: dalla terapia cognitivo comportamentale ha preso una cornice che tende ad essere focalizzata sul raggiungimento di obiettivi terapeutici condivisi, dalla terapia della Gestalt ha preso tutta una serie di tecniche esperienziali per lavorare profondamente sulle emozioni e sui disturbi psicologici, alcuni concetti importanti li ha presi anche dalla psicanalisi, ha inglobato le teorie dell’attaccamento di Bowlby, che parla di come il legame madre-bambino sia fondamentale nello sviluppo futuro del bambino e nella crescita umana che può di conseguenza prendere un indirizzo patologico o sano, o la terapia focalizzata sulle emozioni di Greenberg e Johnson.

Jeffrey, l’ideatore della Schema Therapy, ha focalizzato la sua attenzione sul perché i pazienti non rispondevano alla terapia e sul perché avevano sviluppato la patologia, utilizzando gli strumenti che le teorie gli davano, comprendendo, per esempio, che i pazienti sviluppano le patologie perché i loro bisogni emotivi primari dell’infanzia non vengono soddisfatti.

I Terapeuti formati con questo tipo di terapia, sono abituati, nella relazione tra terapeuta e paziente, a lavorare in maniera mirata ed efficace anche di fronte agli imprevisti portando il paziente al superamento delle difficoltà e al rafforzamento della parte sana del paziente. Questa terapia è stata testata e ha dato risultati anche di efficacia eccezionale con disturbi che prima erano incurabili, come i disturbi borderline, i disturbi antisociali, quelli dipendenti, ossessivo compulsivi o di peronalità. E’ una terapia molto umana, che fa vedere la persona non come malata, ma come essere umano che sta soffrendo. L’aspetto chiave che permette di utilizzare le tecniche è l’aspetto legato alla relazione terapeutica che si instaura tra paziene e terapeuta, si cerca di creare una dipendenza dal terapeuta come quella tra bambino e genitore: il bambino cresce e si rende indipendente dai genitori, i terapeuti cercano di fare lo stesso ma in tempi più brevi. La Schema Therapy viene utilizzata anche con i bambini, gli adolescenti e in terapie di gruppo e di coppia, disturbi dell’alimentazione, depressione, ansia; si sta diffondendo in tutto il mondo e si stanno avviando centinaia di studi. Il paziente è cronico fino a quando non trova la terapia giusta. Quello che è risultato da alcuni studi, in cui in alcuni pazienti è stato fatto un esame del cervello prima dell’inizio della terapia e dopo la terapia, è che ci sono dei cambiamenti nel funzionamento del cervello, la mente è un grado di modificare la struttura del cervello stesso.

Quindi si può dare una seconda possibilità alle persone che, nella loro vita, non hanno potuto scegliere e che si sono trovate a soffrire a star male per i problemi di altri.

Janet Chiappini: