Beer sales fall

 

Bere, per bere, per bere.
Se esistono altre prospettive nel fenomeno Neknomination, scusate, noi non le abbiamo viste.
Il giovane si mette di fronte ad un telefonino che riprenda e poi afferma: “Le mie prossime nomination sono (nomi di amici)… avete 24 ore dalla pubblicazione di questo video per rifare questo (bere tre bicchieri di birra) e le vostre nomination.”
Camicia bianca, pantaloni eleganti, tre bicchieri di birra davanti (ma si possono scegliere anche vodka, rum, tequila o mix vari), sguardo convinto e deciso, un amico che filma la prestazione per permettere di condividerla su Facebook e taggare gli sfidati.
La moda nata in Australia nel 2013 ha già fatto 5 vittime nei paesi anglosassoni e nelle scorse settimane è approdata anche in Riviera: Grottammare San Benedetto del Tronto e città limitrofe.

Una socialità distorta in antisocialità, dove la musica serve per impedire di parlare e concentrarsi su quello che conta, il drink.
L’altro è solo qualcuno con cui vantarsi delle proprie prestazioni, con cui dividere una bevuta, da taggare e sfidare grazie alla Neknomination (termine proveniente dallo slang neozelandese bogan), che spinge lo sfidato a superare la prestazione precedente in un circolo vizioso capace di portare le persone a tracannare un litro di vodka in un minuto, così come a bere di filato un bicchiere di liquore e gettarsi subito dopo in un fiume.

Lo ha fatto John uno dei 5 morti a causa di un “gioco” che nel mondo anglosassone ha portato alcune associazioni a chiedere un intervento a Facebook per rimuovere i contenuti colpevoli di favorire la tendenza.
Cupertino, tuttavia, ha ringraziato per la segnalazione, ma declinato l’invito perché la Neknomination è un comportamento che può urtare la sensibilità di alcuni, ma che non viola la policy del social network.

Ma l’alternativa c’è: RakNomination, un contest ideato da un ragazzo di Johannesburg.
Il meccanismo è lo stesso, anche qui gli utenti postano i propri video sui social, per farli conoscere al maggior numero di persone possibili.
Ma la finalità è agli antipodi: l’obiettivo è “viralizzare” la solidarietà, i piccoli gesti provenienti dagli animi generosi attenti al prossimo.
Rak è infatti l’acronimo per Random Acts of Kindness: atti casuali di gentilezza.
Aiutare qualcuno nello studio, offrire la colazione a un senzatetto, regalare un pallone a dei bambini, oppure semplicemente donare il sangue: questa è la veste che ha scelto di darsi RakNomination.
E anche in questo caso, parte la sfida agli amici: “Saprai fare meglio di me nelle prossime 24 ore?”

Invitiamo quanti riceveranno l’invito per la Neknomination di rispondere con un video di Raknomination e li dimostrerai di essere una persona forte di carattere e non un debole!

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