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Caro Gor Myll, la lettera dei giovani della Diocesi

Leggi La voce di un fratello immigrato

DIOCESI – Anche altri giovani hanno mandato i loro messaggi dopo aver letto la testimonianza di Gor Myll nel sussidio dell’Avvento.
Continuiamo a raccogliere alcune delle riflessioni che alcuni di loro hanno scritto,  c’è chi ha osservato che “non si può fare a meno di rivelare un ipocrisia così diffusa che finisce per essere una convivenza con i responsabili dell’immigrazione la quale sembra incredibile in questa realtà sociale in cui viviamo”. Questi giovani si rendono conto che “da una parte hanno ragione coloro che dicono che il problema dell’immigrazione si potrà ripresentare in ogni momento se non si affronta la questione con tutti i suoi fattori”, ma riconoscono che “il popolo italiano ha mostrato una generosità e una capacità di condivisione tanto da prendersi responsabilità anche oltre il dovuto.” Per arrivare alla vera questione: “quella che riguarda da dove queste persone fuggono.”

Vittoria, Oksana, Flavio, Lorenzo con affetto ringraziano per la questa sincera testimonianza, e hanno notato che in essa sono state sottolineate spesso le differenze con la nostra cultura “forse per te motivo di sofferenza” ipotizzano. Il messaggio che mandano è che “spesso le discriminazioni razziali sono frutto dell’ ignoranza, purtroppo ancora radicata nella società moderna. Fortunatamente la maggior parte delle persone, fa di queste differenze motivo di crescita, apprendendo dall’altro e migliorandosi. Siamo tutti cittadini del mondo con gli stessi diritti e la stessa rispettabilità. Ti auguriamo di poter realizzare il tuo sogno.” Ancora un invito a non mollare anche da Andrea e Mario che affermano: “nella vita bisogna ignorare le tante persone che ti giudicano e ti denigrano per il colore della pelle o qualsiasi altra differenza; al contrario non bisogna lasciare sfuggire le rare persone che ti vogliono veramente bene e, nonostante le differenze, ti vogliono bene così come sei e ti considerano loro fratello”.

Alan, Luca e Michele nel loro messaggio sperano vivamente che questa sua situazione migliori e lo renda veramente felice, e lo incoraggiano dicendogli “che poche persone dopo le sofferenze che hai patito abbiano ancora la luce nell’anima e la fede in Dio. Il tuo non è un sogno impossibile, basta solamente continuare con questa tua grande forza di volontà.” Anche Federica, Sara, Elisa, Andrea e Lorenzo sono lieti per lui perchè pur nella sofferenza ha trovato la forza di credere in Dio e non abbia perso l’amore per la vita, la propria terra e il coraggio di andare avanti. Scrivono: “I tuoi sogni e la tua forza ti hanno permesso di incontrare persone che ti accettassero così come sei, sempre mantenendo la tua cultura, la pace e come dici tu  “senza tramutare la rabbia in rancore”. Possiamo solo immaginare cosa hai provato perché non abbiamo dovuto lottare contro il freddo, la fame e la sete. Sappi che ti stiamo vicino e che ci sarà sempre qualche persona pronta ad aiutarti e a non giudicarti.” Infatti continuano con “volevamo dirti che, nonostante tutto quello che hai passato, a volte è bene fidarsi e farsi aiutare da persone che veramente credono in te e in quello che fanno. Nella vita spesso rialzarsi da soli rende ancora più forti di prima e bisogna capire che le persone a causa dell’ignoranza giudicano senza conoscere.”

“Credo che la sofferenza che hai subito con la tua carne non sia stata vana, hai combattuto contro la fame, contro la sete e ora stai combattendo per essere accettato dagli altri, non è una lotta facile e prego che tu possa vincerla” scrive con trasporto un altro giovane e gli augura di finalmente poter tornare in patria in mezzo ai propri fratelli e i propri colori, perché la famiglia e l’essere accettato sono elementi fondamentali nella vita. E l’invito quasi unanime a non mollare mai.  Qualcuno nel suo messaggio riconosce che “nonostante il tuo sogno non si sia ancora realizzato, nonostante i dolori, i dispiaceri, le discriminazioni subite, sei riuscito con la tua testimonianza a farci riflettere e a farci capire che il tuo viaggio è stato un modo per conoscere nuove realtà e non arrendersi ai primi ostacoli. Inoltre ci hanno colpito alcune frasi della tua lettera, grazie alle quali abbiamo capito che pur essendo diverse le religioni, ognuna di esse confida in Dio affidando a lui le proprie preoccupazioni e paure, perché Dio è uno solo e Lui ama indistintamente senza pregiudizi.”

Monica Vallorani: