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Riflettiamo sul Vangelo di domenica 14 luglio

Bisogna saper leggere nella Scrittura; in questo caso la risposta è solo alla fine: “Chi ha avuto compassione di lui”. E Gesù: “Va’ e anche tu fa’ così”. Il Signore vuole che ci chiniamo sull’uomo ferito. Uno che capita a caso, col quale ci s’imbatte e si resta persino inconsapevoli di aver usato misericordia. Il samaritano vede il ferito e agisce; il dottore della legge stava ancora cercando risposte di comodo a domande ipocrite. Il prossimo è il Samaritano che forse non conosceva la legge, uno straniero, senza un nome, ma che da quel racconto sarà per sempre identificato con il più bello degli aggettivi: buono. Gesù dirà che solo Dio è buono. Un samaritano, dunque, buono come Dio.

Il samaritano buono ha avuto tanti nomi nella storia della Chiesa,per esempio Juan Ciudad, poi chiamato Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine ospedaliero dei “Fatebenefratelli”. Attraversò una grande crisi di fede, distrusse la sua libreria, andò in giro per Granada gridando e rotolandosi per terra. Fu considerato pazzo e rinchiuso. Ne uscì rasserenato e iniziò ad assistere poveri, malati e bisognosi, facendosene carico fino in fondo. Ai passanti gridava: “Fate (del) bene, fratelli, a voi stessi!”. Parole che divennero l’identificativo dei suoi discepoli. Scriveva: “Se considerassimo quanto è grande la misericordia di Dio, non cesseremmo mai di fare il bene mentre possiamo farlo, poiché, mentre noi diamo per suo amore ai poveri quello che Lui stesso ci dà, Egli ci promette il cento per uno nella beatitudine del cielo. O felice guadagno e usura!”.

La questione posta dal dottore della legge non è secondaria. Per avere la vita eterna bisogna fare quello che fa Dio, essere come lui, “buono”. Tutto il capitolo 10 di Luca racconta la grande storia dell’amore di Dio, che si abbassa sull’umanità malata, la cura e la salva. Anche i dodici e i settantadue sono inviati a fare lo stesso, a moltiplicare la misericordia che li ha raggiunti per primi, a farsi samaritani, prossimi di tutti i piccoli.

Chi è il prossimo? Verrebbe da dire il vicino. Il Signore sembra dirci che il prossimo è Dio che ti si avvicina e ha misericordia di te. Gesù ha iniziato la missione proprio dicendo che “il regno dei cieli si è fatto vicino”. Allora se Dio è il buon samaritano, noi siamo quell’uomo mezzo morto gettato al bordo di una strada. Non c’è altro modo per sentire vicino Dio che fare allo stesso modo: vedere, avere misericordia e avvicinarsi.

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