GROTTAMMARE – Presso la Parrocchia San Pio V di Grottammare, sabato 29 giugno alle ore 21.30 si è tenuta la solenne celebrazione presieduta da S.E.R. Vescovo Gervasio Gestori per festeggiare i 50 anni di sacerdozio di Mons. Giovanni Flammini.

Le parole di Roberto Carlini: “Eccellenza e fratelli tutti
A nome del Consiglio Pastorale devo fare una specie di confessione pubblica: Questa volta abbiamo disobbedito al nostro Parroco, ma lo dico senza pentimento ed anche con una punta di soddisfazione.
Don Giovanni infatti sia per la scomparsa prematura della sorella Rita che dal cielo ci starà sorridendo, sia per una innata timidezza, per il desiderio di non disturbare o impegnare le persone aveva chiesto espressamente che, per questo anniversario, non si festeggiasse se non con una Eucaristia.
Abbiamo un pò disobbedito perché abbiamo pensato che un evento così importante non dovesse e non potesse essere vissuto senza il coinvolgimento di tutta la comunità parrocchiale e cittadina.

D’altra parte eravamo appoggiati dal nostro Vescovo la cui presenza, insieme alla presenza di tante persone, la presenza dell’ amministrazione che ringrazio a nome del Consiglio Pastorale anche perché per l’occasione ha rinviato un altro appuntamento con la cittadinanza, la commemorazione dello sbarco di Papa Alessandro III dal quale prende vita la storica Sagra.
Tutte queste presenze sottolineano l’ affetto e l’ attenzione verso la tua persona Don Giovanni e verso il tuo ministero.

Quante volte, anche nei corsi per i fidanzati ci hai parlato dell’ importanza del segno rappresentato dai cinquantesimi di matrimonio testimonianza concreta in questa generazione di una storia di fedeltà, di condivisione, di amore e quante volte hai testimoniato di come il tuo ministero era simile a questo sacramento in molti dei suoi aspetti… allora come non festeggiare questa storia di fedeltà alla chiesa durata appunto 50 anni, come non festeggiare questa tensione ed attenzione verso i lontani, questa voglia, desiderio, bisogno di evangelizzare, questo amore alla pecora smarrita rispetto al quale io mi sento di essere un testimone diretto, privilegiato e grato ….
E come non festeggiare questa attitudine a perdere la vita nei piccoli e grandi impegni che la Parrocchia richiede?
Non ti sei mai risparmiato neanche quando la malattia ti ha reso particolarmente fragile.
Qualche volta, anche su accorato suggerimento del nostro Vescovo, quando ti abbiamo visto particolarmente stanco, abbiamo cercato di dirti le cose a mezza bocca sperando che magari passassi la mano, ma non c’era verso, il tuo forte senso del dovere, l’amore al servizio non ti hanno mai permesso di derogare, ci volevi essere anche se a volte con le mani e con i piedi.

Ma come non sottolineare anche, se ce ne fosse bisogno, l’amore che la parrocchia ha avuto ed ha nei tuoi confronti.
L’abbiamo visto in mille occasioni ma in particolare quando sei stato colpito da una malattia che lasciava ben poche speranze, come la tua parrocchia si è chiusa nel dolore ma si è aperta alla preghiera, tanto intensa che oggi stai ancora in mezzo a noi, come un miracolo.

Don Giovanni come non festeggiare, in maniera sobria, come nel tuo stile ma anche nello stile della nostra parrocchia perché, questo è quello che ci hai trasmesso, sobrietà, generosità e accoglienza.
Non abbiamo voluto fare una cena o un buffet ben organizzato magari con una società di catering ma ognuno ha voluto portare qualcosa.
Ha desiderato condividere come una grande famiglia che si ritrova intorno al padre.
Forse materialmente potrà mancare qualche cosa, ma certo non mancherà l’ amore con il quale i tuoi parrocchiani ti hanno voluto festeggiare.

E di solito Don Giovanni in queste occasioni si fa un regalo: non ti preoccupare, niente di materiale ma quello a te più caro: Il dono della comunione tra tutte le realtà parrocchiali: una comunione che hai cercato, che ci hai insegnato e che lo Spirito Santo ha realizzato.

Grazie Don Giovanni per la tua testimonianza, ed insieme a noi ti ringraziano le centinaia di bambini che hai battezzato, che hai comunicato, le coppie che hai sposato, coloro che dal cielo intercedono per la nostra parrocchia perché si sono sentiti accompagnati nell’ultima dimora terrena ma già preparati per il cielo, ti ringraziano i penitenti per le ore che hai passato nel confessionale ed i poveri che hai assistito.
Grazie e perdonaci se a volte, con i nostri atteggiamenti o con le nostre fragilità, ti abbiamo fatto soffrire.
Tu ci hai chiesto mille volte perdono per non essere Santo abbastanza da attrarci tutti a Cristo permettici una volta di farlo anche noi.
E grazie a Lei Eccellenza che ci ha onorati della sua presenza, grazie al Sindaco, grazie ai parenti di Don Giovanni che hanno desiderato condividere con Noi questo momento di festa, grazie a Don Eugenio che ci ha coordinati,grazie a tutto i presbiteri che hanno concelebrato, grazie a tutti ma soprattutto Grazie al Signore che ci ha permesso di vivere e di partecipare a questo evento.

Tutta la tua parrocchia ti consegna un altro regalo che ha anche esso poco di materiale la benedizione del Santo Padre e te lo dona con tutto il cuore ricordando che, come Papa Francesco, nel suo ministero, ha più volte ripetuto “non gridate Francesco, Francesco ma Gesù, Gesùtu con noi hai fatto lo stesso: non ci hai attirati a te ma sempre ci hai attratti verso Cristo e la sua Chiesa. grazie ancora.

A breve pubblicheremo le parole del Vescovo Gervasio Gestori.

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