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Don Pio ci fa conoscere la casa dell’accoglienza!

L'ingresso della Casa dell'Accoglienza
La stanza degli ospiti dove si accolgono disabili, anziani e malati
La sala da pranzo
il soggiorno
La cucina della Casa
La Festa dell'Accoglienza, vista a distanza dall'alto della Casa
la Festa dell'Accoglienza

Nelle foto momenti di festa per la raccolta fondi della casa di accoglienza

DIOCESI – La Casa dell’Accoglienza è una realtà esistente da nove anni, nata per rispondere alle richieste e alle necessità di chi è nel bisogno.
Dapprima dedicata principalmente all’ospitare le badanti nell’attesa di un lavoro, oggi ospita anche studenti e disoccupati in situazioni di necessità.
Nonostante la realtà sia in parte cambiata dal 2004 ad oggi, insieme al cambiamento delle esigenze della povertà, la natura della Casa dell’Accoglienza è rimasta la stessa: un luogo dove si possa fare esperienza di vita comunitaria e di condivisione, non solo un rifugio e un tetto in situazioni difficili, ma una vera e propria casa, dove si può vivere come in una famiglia.
Al momento la casa accoglie 13 ospiti, ed ha disponibilità di alcuni posti riservati per le situazioni d’emergenza.
Da Ottobre a Giugno la Casa svolge un ulteriore servizio: l’accoglienza di tre volte alla settimana, di disabili, malati e anziani, accompagnati dai volontari UNITALSI per condividere un pasto.

“Viviamo essenzialmente di offerte”, ci spiega il parroco Don Pio Costanzo, “che ci aiutano a far fronte alle spese non indifferenti che bisogna sostenere.
Non si tratta soltanto delle spese di gestione, delle utenze e delle assicurazioni, dei 18-20 pasti giornalieri per ospiti ed esterni, ma anche del provvedere a tutto ciò di cui gli ospiti hanno bisogno.
Non possiamo fornire loro un tetto e basta, abbandonandoli a se stessi.
Li aiutiamo ad esempio, ad ottenere una laurea, che non vuol dire solo di permettere loro di completare il corso di studi, ma anche potersi presentare in maniera decorosa, ben vestiti”.
Oltre a ciò, la casa ha due persone assunte: un operaio e una cuoca.
Nel mese di agosto, inoltre, le persone che hanno bisogno di un pasto aumentano, a motivo della chiusura della Caritas.
Don Pio: “Sono gli ospiti fissi della casa, in questo periodo più difficile, a dare una mano in cucina e nel mantenere pulita la struttura.
I fondi diocesani, dall’apertura (nove anni fa) ad oggi ammontano a circa 15.000 euro, e risultano insufficienti per non dire pochi per la gestione della casa e da qui nasce la necessità di raccogliere i soldi necessari in modi diversi, come con la Festa.

Fortunatamente però dai singoli sacerdoti ci arriva ogni anno un bel gesto di solidarietà, la donazione di 1000 euro a parrocchia.”

Delle offerte annuali giungono anche dal Comune di Monteprandone e di San Benedetto.
Nonostante ciò la struttura si trova spesso nel bisogno.
Don Pio: “Ad aiutarci a superare le difficoltà e a tenere in vita la nostra realtà contribuiscono molti altri enti: 4 forni, uno dei quali addirittura da S. Egidio, ci forniscono gratuitamente il pane, mentre la Lavanderia Industriale Orsini lava i vestiti degli ospiti e ce li restituisce stirati. L’olio ci viene donato dall’Oleificio Iannini, mentre la verdura dall’ortofrutta Filippo Damiani.”

“Non ci sono termini entro i quali gli ospiti sono tenuti a lasciare la casa, ma lo fanno spontaneamente quando riescono a trovare una propria sistemazione.
Finché rimangono, essi sono invitati a condividere la propria vita come in una famiglia, a costruire relazioni, a darsi da fare per la vita insieme. Questo è il cuore della Casa dell’Accoglienza” – ci ripete Don Pio prima di salutarci – “è una casa, una famiglia, un luogo di vita insieme.

Simone Caffarini: