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Paolo Incicco e il violino; tecnica, sentimento e se stesso

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTOPaolo Incicco è un violinista che si dedica con passione e dedizione all’insegnamento della musica e all’attività concertistica classica e non solo.

Quando e perché hai iniziato a studiare musica?
Mi sono avvicinato alla musica quando avevo otto anni. Durante una festa di carnevale avevo visto un signore che suonava l’organetto, uno strumento popolare di piccole dimensioni formato da una tastiera un mantice e due bassi, comunemente chiamato “du bott”. Rimasi incantato dalla velocità con cui muoveva le dita sullo strumento e dai suoni che emetteva, guardai i miei genitori e dissi:-voglio imparare a suonare questo strumento-. Da lì è nato il mio primo approccio alla musica e iniziai a studiare l’organetto, a partecipare a diverse manifestazioni musicali, gare, serate di liscio riscontrando particolare successo. Poi è nata l’esigenza di dare ufficialità e importanza ministeriale alla musica e allo strumento e, non essendoci a quei tempi uno strumento simile che potesse essere riconosciuto a livello statale, ho cominciato a dodici anni lo studio del violino consigliato a quel tempo da un grande direttore e musicista il M° Domenicucci. Appassionato e felice della nuova scelta ho completato gli studi musicali diplomandomi al Conservatorio di Pesaro sotto la guida del M° Leonardo De Luigi e facendo della passione per la musica la mia professione.

Ti sei pentito di aver fatto della musica la tua professione?
Assolutamente no. Durante gli studi musicali parecchi con cui parlavo delle mie scelte mi invitavano a lasciare la musica per mancanza di lavoro e sbocchi professionali. Io credo che fare ciò che piace, purché sia fatto con passione, serietà e correttezza, porta sempre i suoi frutti, anzi posso confermarlo, e questo non solo per la musica ma anche per altre attività.

Quali sono le tue attività?
Oltre all’attività concertistica in orchestre classiche, suono ai matrimoni, particolarmente durante la funzione sia religiosa che civile; mi avvalgo della collaborazione di colleghi musicisti e insieme rendiamo l’evento unico e indimenticabile grazie alla nostra esperienza e professionalità. Insegno, da oltre dieci anni, violino in scuole pubbliche e private. Da quasi due anni suono in un gruppo con il cantautore Alex Di Salvatore insieme a Michele Massoni (percussioni) e Marco Morgia Di Domenico (basso) esibendoci nei locali e nei teatri.

Cosa consigli ai genitori che indirizzano i figli allo studio della musica?
Ai genitori che indirizzano i figli allo studio della musica non posso che dare il mio più completo appoggio. Tutti sappiamo, e ce lo conferma anche la scienza, l’importanza che la musica ha a livello personale, a livello terapeutico, di relazione nei giovani e a livello didattico. Si conosce tantissimo sull’importanza della musica della sua omnicompresenza di tutte le arti ma non si conosce il modo in cui si approccia alla musica. Con il passare del tempo noto che non si dà importanza all’importanza, cioè chi inizia lo studio di uno strumento crede che la musica venga fuori da sola.  Chi inizia lo studio di uno strumento deve capire che i risultati si ottengono con impegno, costanza e dedizione. Chi va a scuola sa che deve fare i compiti per migliorare ed ampliare le conoscenze, chi fa calcio sa che dovrà fare gli allenamenti per migliorare la prestanza fisica e la velocità di movimento, chi fa musica deve studiare e fare pratica strumentale per ampliare le conoscenze musicali, per perfezionare la tecnica e la comunicabilità attraverso lo strumento. Quello che voglio dire è che non si possono ottenere risultati senza impegno, è una delle regole fondamentali della nostra vita.

Quale musica preferisci?
Mi piace tutta la musica, tutti i cantanti e generi, un musicista non deve mai limitarsi ad un unico genere musicale, ogni stile ha la sua storia, la sua comunicabilità e la sua difficoltà di esecuzione. Ogni stile completa l’altro. Naturalmente quando parlo di musica intendo quell’organizzazione di suoni che comunicano qualcosa all’ascoltatore, quell’organizzazione di suoni che ha un ritmo, che ha una melodia, che ha sentimento.

Componi musica?
Sto lavorando ad un progetto musicale tutto mio, alla composizione di nuovi brani dove cercherò di mettere a frutto tutta la mia creatività. Sono ancora agli inizi ma l’obiettivo è quello di incidere un CD.

Hai comprato un violino elettrico, perché?
Mi sono comprato recentemente un violino elettrico perché suonando con i gruppi sui palchi ho sentito l’esigenza di nuove sonorità, un po’ per la difficoltà di amplificazione del violino acustico e un po’ per l’esecuzione di nuovi generi.

Avere un buon violino aiuta a fare un buon violinista?
Una macchina da corsa è più veloce di un’utilitaria ma sfido chiunque a trovare un pilota che abbia iniziato la sua carriera automobilistica con una macchina da corsa, si inizia sempre con una macchina piccola per arrivare poi alla performance. Un buon violino, certo, ha un suono migliore e aiuta, ma bisogna comunque sapere bene la tecnica di esecuzione e essere in grado di far proprio lo strumento ossia che diventi un mezzo di trasmissione delle proprie emozioni. Un buon violinista è colui che mette insieme tecnica, sentimento e se stesso.

Ci sono adulti che vogliono imparare a suonare? L’età c’entra? fino a che punto possono imparare?
Ci sono parecchi adulti che vogliono imparare a suonare il violino, per coltivare magari una passione che si portavano da piccoli e che non hanno avuto la possibilità di mettere in pratica. Naturalmente l’adulto ha una serie di difficoltà che non ha un bambino che inizia l’approccio al violino, ma questo non significa che non possono imparare o che non riescono, con un po’ di pazienza e dedizione si possono raggiungere dei risultati soddisfacenti, magari non per intraprendere una carriera musicale, che sarebbe legata all’età, ma per soddisfare in maniera personale il desiderio nascosto.

 

Janet Chiappini: