di Simona Mengascini

REGIONE MARCHE – Da cinque anni nelle Marche esiste una legge specifica sugli oratori, circa 300 sul territorio, che è stata rifinanziata alla fine di gennaio con 600mila euro. Nello scorso anno questi fondi sono stati utilizzati per progetti che hanno riguardato la formazione degli operatori; lo svolgimento di ricerche e sperimentazione di attività e metodologie d’intervento, soprattutto a carattere innovativo; la realizzazione di percorsi d’integrazione e recupero a favore di soggetti a rischio emarginazione sociale, devianza in ambito minorile o giovanile, con disabilità; il funzionamento degli enti come parrocchie, altri enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, associazioni nazionali cattoliche degli oratori, ovviamente per attività oratoriali. Di particolare rilievo è stato il corso di formazione regionale per formatori degli oratori “Formati 3” (Forum Oratori Marche) promosso dalla Conferenza episcopale marchigiana, unitamente all’Associazione Amici del Centro Giovanni Paolo II, in accordo con tutti i referenti diocesani. Per il 2013 tra i progetti in cantiere c’è “Oratorio dove sei”, promosso dal Forum Oratori Marche (www.forumoratorimarche.it) con la supervisione scientifica dell’Istituto Teologico marchigiano, che si pone l’obiettivo di rileggere l’esperienza marchigiana attraverso il coinvolgimento di tutte le figure che con il loro contributo assicurano all’oratorio una significativa vitalità.

Alleanze educative. “La legge sugli oratori è stata un punto di partenza ma anche un riconoscimento del cammino fatto dalle nostre comunità nelle diocesi – afferma don Francesco Pierpaoli, coordinatore del Forum degli oratori marchigiani -. Questo riconoscimento ha rilanciato le alleanze educative, si è creato un circolo virtuoso e si sono realizzate sinergie molto positive con gli ambiti territoriali sociali e con la realtà degli immigrati sul territorio: basti pensare che su 18mila ragazzi censiti, che frequentano le realtà oratoriali, il 10% è costituito da giovani che appartengono ad altre religioni”. Il sacerdote nota che questa legge è andata “a beneficio di tutta la società” e dentro la Chiesa “ha certamente sollecitato tutte le risorse educative, mettendo in gioco i vari talenti. Si è verificato un allargamento della ministerialità nelle parrocchie e nelle diocesi, tante persone adulte si sono messe in gioco”. Altro risultato positivo, secondo don Pierpaoli, è che questa legge ha spinto ogni diocesi a nominare un referente, dietro cui ci sono le parrocchie, gli istituti religiosi, i salesiani, gli scout, l’Azione cattolica, il Centro sportivo italiano e tanti altri ancora “che hanno creato un polo unitario che vede negli oratori dei luoghi per ‘servire’ i ragazzi”.

Diritto di cittadinanza educativa. Per il presidente regionale del Centro sportivo italiano, Daniele Tassi, “la legge sugli oratori è stata una grande ricchezza perché ha dato diritto di cittadinanza educativa ai giovani che frequentano gli oratori e che prima non erano considerati nella programmazione delle politiche giovanili, dello sport e del tempo libero”. Inoltre, grazie a questa norma “nelle Marche si è ampliata la presenza degli oratori: da una parte si sono consolidati quelli già esistenti, dall’altra sono sorte nuove realtà”. Importante, poi, che “si sia fatta tanta formazione per gli educatori che sono i primi attori e testimoni dei valori con cui i ragazzi entrano in contatto”, senza dimenticare che “gli oratori sono luoghi d’integrazione per giovani italiani e stranieri”. Per il futuro l’augurio che “ci sia sempre una maggiore integrazione tra parrocchie, scuole, famiglie e altre agenzie educative e che gli oratori siano considerati parte non trascurabile di politiche integrate per i giovani”.

Il coinvolgimento delle famiglie. “Con questa legge le istituzioni hanno capito la valenza di questi luoghi – nota la vice coordinatrice degli oratori della diocesi di Fabriano-Matelica, Elisabetta Cammoranesi – che a livello sociale sono un punto di riferimento per l’intera famiglia”. Questo è tanto più vero in un territorio come quello fabrianese, dove la crisi economica si è fatta particolarmente sentire e spesso gli oratori sono diventati sede di corsi di cucito, d’informatica e altri, per adulti disoccupati o in cassa integrazione. “Negli ultimi anni, da quando sono nate e cresciute le realtà oratoriali – sottolinea Cammoranesi – è cambiato il volto della città: i ragazzi hanno dei punti di riferimento che prima mancavano, trovano dei luoghi sani di crescita e di accoglienza”. La cosa bella poi è che “gli oratori non hanno età: vengono i nonni e i genitori per aiutare e sono quindi un’occasione d’incontro tra generazioni”. La legge regionale “ci ha aiutato molto nella formazione degli operatori e nella creazione della rete”, ma gli oratori sono aperti tutti i giorni per tante ore al giorno, quindi “quello che servirebbe dalle istituzioni, non solo regionali, è un sostegno alle spese ingenti che si affrontano, comprese quelle per gli educatori qualificati, che vanno minimamente retribuiti”.

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