CHIESA – Il cuore del mondo e delle Chiese batte giovane perché in un tempo presente messo particolarmente alla prova, è ai giovani che i leader mondiali delle Chiese e delle istituzioni guardano con fiducia. È quanto emerge dai messaggi che puntuali come ogni anno sono arrivati in questi giorni dai più importanti leader delle Chiese cristiane e delle istituzioni ai 40 mila giovani che da tutto il Continente europeo e di tutte le tradizioni cristiane stanno raggiungendo in queste ore la città di Roma. È qui che da domani fino al 2 gennaio, i ragazzi parteciperanno al 35° incontro di fine anno promosso dalla comunità monastica ed ecumenica di Taizè (www.taize.fr/it) come nuova tappa del pellegrinaggio della fiducia sulla terra. Sabato 29 dicembre saranno accolti in piazza San Pietro da papa Benedetto XVI.

I giovani e l’ecumenismo. “Lasciate che vi porga i più calorosi saluti e che mi feliciti con voi in occasione del 35° incontro europeo dei giovani”, scrive il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. “Voi partecipate ad una iniziativa capace di superare le insidie del tempo e la stanchezza della storia”. Pur appartenendo a Chiese diverse, i giovani – dice ancora Bartolomeo I – ridanno vitalità al cammino delle Chiese verso l’unità. “Questo solo fatto scredita le più pessimistiche considerazioni che tendono a relegare l’ecumenismo nel posto delle iniziative non riuscite della storia. Se possiamo dire, contrariamente all’opinione comune, che l’ecumenismo non è in panne, è soprattutto perché è sostenuto dalla forza vitale della vostra gioventù”. “Abbiamo fiducia che la generazione che voi rappresentate – conclude il Patriarca – è il segno stesso che la vita della Chiesa abita ancora, per non dire ispira, il mondo d’oggi”. Sulla stessa lunghezza d’onda il messaggio del metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento delle relazioni ecclesiali esterne del Patriarcato di Mosca. “Attraverso il nostro solo sforzo umano, non possiamo costruire o raggiungere l’unità di tutti i cristiani. Ma, con l’aiuto di Dio, ci è dato di attirare in un cerchio di amicizia una moltitudine di gente delle diverse Chiese e comunità. Così, oggi noi possiamo davvero chiamarci reciprocamente amici. Che i legami d’amore di Cristo si allarghino e ci uniscano sempre di più”.

Coraggio e generosità. Ai giovani di Taizé sono arrivati anche i messaggi del segretario generale della Federazione luterana mondiale, Rev. Martin Junge, del segretario generale della Comunione mondiale delle Chiese riformate, Rev. Setri Nyomi, del segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Rev. Olav Fykse-Tveit e dell’Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams che scrive: “possiamo avere fiducia in Dio se noi rispondiamo con coraggio e generosità alla chiamata che lui ci invia attraverso chi è nel bisogno”.

Raccogliere le sfide del mondo. Per i giovani di Taizè si mobilitano anche le istituzioni politiche. “Voi rappresentate la generazione di giovani più numerosa che il nostro mondo abbia mai conosciuto”, scrive il segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon. “Tuttavia le possibilità per i giovani non sono adeguate. La disoccupazione giovanile raggiunge livelli record. Molti sono costretti a bassi salari o a lavori senza avvenire, malgrado abbiano una buona formazione. Dobbiamo lavorare insieme per realizzare il vostro potenziale e beneficiare delle vostre energie, delle vostre idee e della vostra leadership”. “Viviamo – aggiunge – un’epoca di grande incertezza, ma anche di forti opportunità. Nessun dirigente, paese o istituzione, da soli, possono fare tutto. Ma ciascuno di noi, a nostro modo, può fare qualcosa. Insieme, come partner, possiamo raccogliere le sfide del nostro mondo in cambiamento”. Auguri arrivano anche dal presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy. “Fiducia – scrive – non è una parola o un concetto bensì un’attitudine nella vita e di fronte alla vita”. Avere fiducia “è dire si: alla vita, all’amore, all’altro che viene. Fede e fiducia. Per andare più lontano. Per superare noi stessi e così aiutare la nostra umanità a superarsi, e ad accostarsi al Mistero della vita e, per il cristiano, accostarsi al Padre”.

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