PROVINCIA – Cresce il dibattito attorno all’apertura della centrale a biomasse in zona Bonifica Tronto. Il Comitato dei cittadini ‘Aria Nostra’ dice no alla realizzazione di questo tipo d’impianti nella Vallata del Tronto. Il comitato di cittadini, sostenuto dai proprietari vitivinicoli e dalle aziende turistiche della zona, chiede trasparenza e tutela dell’ambiente, nonché garanzia del diritto alla salute.

E’ prevista, infatti,  la realizzazione di ben quattro centrali in loco: tre a Controguerra e una più grande di 6 megawatt a Colonnella, zona Vallecupa, all’interno dei  capannoni di Italia Manifatture. Per essere alimentati, gli impianti bruceranno sostanze organiche, come legname da ardere, scarti agricoli e industriali e altri materiali di origine biologica, per produrre energia elettrica.

Cerchiamo di capire insieme cos’è e come funziona una centrale elettrica alimentata a biomasse, analizzando i pro e i contro dell’annosa questione.
Una centrale a biomasse produce energia elettrica, grazie al vapore prodotto dalla combustione di materiale di origine biologica, che mette in funzione una turbina collegata ad un alternatore. Le biomasse vengono bruciate in una camera di combustione, producendo il calore necessario a trasformare l’acqua in vapore, che viene inviato sotto pressione alla turbina. Il vapore mette in rotazione la turbina, che a sua volta fa ruotare il motore di un alternatore, che produce corrente elettrica alternata. La corrente così prodotta viene inviata ad un trasformatore, che la eleva di tensione, prima che venga immessa nella linea di trasmissione. All’uscita della turbina, il vapore viene nuovamente trasformato in acqua, grazie ad un condensatore nel quale circola acqua fredda. L’acqua poi torna nella caldaia.

Per i sostenitori delle centrali a biomasse, tali impianti avrebbero il merito di ridurre l’inquinamento del suolo, eliminando i rifiuti prodotti dalla attività umane. Infatti, le biomasse possono essere considerate a tutti gli effetti fonti di energia rinnovabile. Infatti, l’energia prodotta dalle biomasse è quella stessa energia prodotta dai vegetali per il loro sviluppo, e che alla fine del loro ciclo vitale torna in circolo, come causa della degradazione di tali sostanze. Persino l’UE ha deciso di investire nelle biomasse, considerate energia pulica, al pari dell’eolico, dell’energia marina o fotovoltaica.
Le biomasse, inoltre, ridurrebbero il consumo di energia elettrica e conseguentemente la dipendenza da fonti energetiche di natura fossile, come il petrolio. Le centrali a biomasse avrebbero l’ulteriore vantaggio economico (e sociale) di ridurre l’impatto ambientale: gli scarti industriali, infatti, verrebbero smaltiti e riutilizzati in maniera del tutto ecologica, per produrre energia pulita.

La controparte, dal canto suo, sosterrebbe l’esatto opposto, e cioè, che le centrali a biomasse costituirebbero una probabile minaccia alla salute pubblica e produrrebbero un probabile forte impatto ambientale. Non trascurabili i probabili danni all’ecosistema del corpo idrico utilizzato per gli scarichi termici, che avrebbero probabili ripercussioni non solo sull’acqua, ma probabilmente anche sui terreni agricoli.
Gli impianti, inoltre, essendo imponenti, andrebbero ad occupare una superficie piuttosto grande, comportando un certo impatto ambientale da un punto di vista paesaggistico. Ne conseguono, dunque la probabile, ulteriori ripercussioni da un punto di vista economico e turistico, e la conseguente diminuzione del  valore delle proprietà immobiliari, nonché aumento del rischio di traffico di mezzi pesanti.
Ragionando in termini globali, poi, le centrali concorrerebbero all’inquinamento dell’aria con i fumi della loro combustione, provocando l’effetto serra.

La grande paura dei cittadini sta nel timore, che arrivi il tempo, in cui non saranno bruciati solo rifiuto organici, ma anche rifiuti umidi, visto l’ingente quantitativo di materiali da combustione, necessari ad alimentare le centrali. Com’è noto, molto spesso nell’umido finiscono parte di quei rifiuti indifferenziati, che rischiano di essere bruciati dagli inceneritori, a danno dell’aria che respiriamo. Infatti, a seguito della combustione, verrebbero sprigionate sostanze pericolosissime per la nostra salute, come la diossina.
Nonostante ciò, sembrerebbe  imminente l’apertura della centrale a Biomasse, di proprietà del gruppo maceratese Molinari, alimentata con olio di semi proveniente da un impianto di spremitura fermano.

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