Abbiamo intervistato Davide Lazzari, rappresentante d’Istituto dell’IPSIA, per la prima di una serie di interviste ai rappresentanti degli studenti della diocesi, che pubblicheremo settimanalmente. 

Cosa significa per te essere rappresentante d’istituto?
Guardi , essere rappresentante d’istituto è un ruolo con un’ importanza non indifferente. Per me essere rappresentante di istituto significa soprattutto “sacrificare” del tempo libero, e a volte anche denaro personale, per un bene  collettivo, la vita quotidiana scolastica appunto. Nella mia scuola io e gli altri 3 rappresentanti (Michele, Gianni e Francesca) ci mettiamo all’opera per qualsiasi evenienza, dalla più piccola – che può essere un banco rotto – ad altre più serie come organizzare un’autogestione.

Relativamente alla protesta studentesca, cosa avete fatto come istituto, cosa state facendo e come pensate di organizzarvi in futuro?
Nel nostro istituto molto è stato fatto, e questo grazie agli alunni che ci hanno appoggiato e che insieme a noi hanno fatto sì che tutto andasse per il meglio. Noi, dopo lo sciopero del 23 Novembre ed una riunione pomeridiana fra tutti i rappresentanti degli istituti sambenedettesi, abbiamo deciso di tenere un’assemblea in cui sensibilizzavamo tutti riguardo alla legge Profumo, la legge Aprea e i futuri tagli che ci sarebbero stati alla scuola pubblica dopo il 3 Dicembre. Dopo la nostra assemblea abbiamo deciso di iniziare una settimana piena di autogestione per svolgere molte attività come: trucco e capelli, laboratori nei quali le nostre ragazze hanno potuto perfezionare il loro stile usando come “cavie”  alcuni di noi volontari ;  corsi di recupero di inglese e matematica; un corso di primo soccorso, effettuato da alunni con brevetti di BLSD o di bagnino di salvataggio; corso di Photoshop; corsi di ballo alternativi; proiezioni di film ed infine, cosa molto importante, ragazzi e ragazze hanno verniciato pareti e riparato banchi, sedie e porte rotte. In progetto abbiamo solo un assemblea da fare il 21 Dicembre, per il resto di vedrà.

Cosa condividi della protesta studentesca e cosa vorresti cambiasse?
Cosa vorrei cambiasse? Beh, un po’ tutto: ci stanno rubando il futuro. Purtroppo oggigiorno tutto gira intorno all’economia e dove si fa economia si “ taglia”  sempre sui soliti due settori: la scuola e la sanità. È ora di dire basta a tutto questo, noi giovani ci siamo stufati!

Come sarebbe, secondo te, una “scuola perfetta”?
Non c’è niente di perfetto, non chiedo una scuola perfetta, ciò sarebbe assurdo ed impossibile. Mi basterebbe una scuola che mi possa veramente preparare al futuro, a quello che poi sarà la vita. Il servizio che tutte le scuole ci offrono è scadente e di bassa qualità.

Come vedi il futuro di voi studenti?
Non lo vedo il futuro di noi studenti, non lo vedo… come ho detto ce l’hanno rubato. Ma come non vedo il nostro futuro, non vedo il futuro dell’intero paese, in mano a corrotti e finti perbenisti. Dobbiamo darci una mossa perché, lo dico con tutta franchezza, ad un governo cosa importa se 1000 ma anche 10000 studenti sono in protesta? Niente, non importa a nessuno di loro: continuano tranquillamente a fare i loro comodi. Non solo ci dobbiamo muovere, ma dobbiamo soprattutto agire, agire drasticamente e con noi tutto il popolo italiano.

Cosa sogni di fare?
Il mio sogno del cassetto è essere un vostro degno rappresentante, insomma sogno di entrare in politica. Appena sono diventato rappresentante, mi sono subito messo al lavoro per migliorare la mia scuola; mi piacerebbe fare questo su scala più grande. Ma come ho detto è un sogno .

Quali sono gli ideali in cui credi?
Il lavoro: è un segno di nobiltà. Io sono  un reazionario o un rivoluzionario a seconda delle circostanze. Per me tutte queste terminologie, di destra, di sinistra, conservatori, aristocrazia o democrazia sono solo vacue terminologie scolastiche, servono per confonderci. Ho una visione interclassistica e corporativista della società , sono più propenso ad una democrazia organica piuttosto che liberale. La democrazia organica si richiama a due principi: comunitarismo e sussidiarietà. Il benessere della comunità nel suo insieme è considerato prioritario rispetto alle necessità individuali; in questo sistema, le decisioni andrebbero prese in maniera diretta dal segmento della comunità interessato: famiglia, condominio, quartiere, comune etc. e da organizzazioni di entità produttive quali le corporazioni sindacali ed economiche.

Sei credente? Come vivi la tua fede?
Sono fortemente credente. Ma credo che questa fermezza nel credere in Dio sia data più dalla cultura italica, conservatrice, e protezionistica che ho dentro di me; e non invece dalla mia vera fede.

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