VATICANO – Prima e dopo l’Agenlus il Papa ha ricordato di usare i beni con saggezza, di non essere gelosi e inoltre ha ricordato le vicende della Repubblica democratica del Congo.

Usare con saggezza i beni terreni. Richiamando “l’invettiva dell’apostolo Giacomo contri i ricchi disonesti, che ripongono la loro sicurezza nelle ricchezze accumulate a forza di soprusi”, il Santo Padre ha ripreso le parole di Cesario di Arles “La ricchezza non può fare del male a un uomo buono, perché la dona con misericordia, così come non può aiutare un uomo cattivo, finché la conserva avidamente o la spreca nella dissipazione”. “Le parole dell’apostolo Giacomo – ha precisato -, mentre mettono in guardia dalla vana bramosia dei beni materiali, costituiscono un forte richiamo ad usarli nella prospettiva della solidarietà e del bene comune, operando sempre con equità e moralità, a tutti i livelli”. Di qui la preghiera, “per intercessione di Maria Santissima”, “affinché sappiamo gioire per ogni gesto e iniziativa di bene, senza invidie e gelosie, e usare saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni”.

Mai gelosie. “Il Vangelo di questa domenica – ha sottolineato il Papa – presenta uno di quegli episodi della vita di Cristo che, pur essendo colti, per così dire, en passant, contengono un profondo significato. Si tratta del fatto che un tale, che non era dei seguaci di Gesù, aveva scacciato dei demoni nel suo nome. L’apostolo Giovanni, giovane e zelante com’era, vorrebbe impedirglielo, ma Gesù non lo permette, anzi, prende spunto da quella occasione per insegnare ai suoi discepoli che Dio può operare cose buone e persino prodigiose anche al di fuori della loro cerchia, e che si può collaborare alla causa del Regno di Dio in diversi modi, anche offrendo un semplice bicchiere d’acqua ad un missionario”. Ha ricordato, quindi, quanto scrive a questo proposito Sant’Agostino: “Come nella Cattolica – cioè nella Chiesa – si può trovare ciò che non è cattolico, così fuori della Cattolica può esservi qualcosa di cattolico”. Perciò, ha osservato il Pontefice, “i membri della Chiesa non devono provare gelosia, ma rallegrarsi se qualcuno esterno alla comunità opera il bene nel nome di Cristo, purché lo faccia con intenzione retta e con rispetto”. Anche all’interno della Chiesa stessa, “può capitare, a volte, che si faccia fatica a valorizzare e ad apprezzare, in uno spirito di profonda comunione, le cose buone compiute dalle varie realtà ecclesiali”. Invece “dobbiamo essere tutti e sempre capaci di apprezzarci e stimarci a vicenda, lodando il Signore per l’infinita ‘fantasia’ con cui opera nella Chiesa e nel mondo”.

Preoccupazione per la Repubblica Democratica del Congo. “Seguo con affetto e preoccupazione le vicende della popolazione dell’Est della Repubblica Democratica del Congo, oggetto, in questi giorni, di attenzione anche da parte di una Riunione di alto livello, presso le Nazioni Unite”, ha sostenuto dopo l’Angelus Benedetto XVI. “Sono particolarmente vicino – ha chiarito – ai profughi, alle donne e ai bambini, che a causa dei persistenti scontri armati subiscono sofferenze, violenze e profondi disagi. Invoco Dio, perché si trovino vie pacifiche di dialogo e di protezione di tanti innocenti e affinché torni al più presto la pace, fondata sulla giustizia, e sia ripristinata la convivenza fraterna in quella popolazione così provata, come pure nell’intera Regione”. Proprio in queste ore un bambino è rimasto ucciso e diversi altri sono stati feriti nell’esplosione di una bomba a mano nella chiesa di St. Polycarp’s ACK a Eastleigh, Nairobi, in Kenya.

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