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La Chiesa non va in ferie

Di Paolo Bustaffa del Sir

ITALIA – Anche in questo torrido mese di agosto la Chiesa non è andata in ferie e, dopo le attività estive che hanno raccolto centinaia di miglia di giovani e famiglie sul territorio, rimane al suo posto per condividere le preoccupazioni e le speranze di quanti stanno vivendo con ansia un passaggio storico particolarmente problematico.

I gravi interrogativi sul lavoro, sull’economia, sulla fragilità sociale, sulle nuove generazioni, sulle tensioni internazionali non sono state messe in un angolo per essere ripresi dopo le vacanze. La comunità cristiana le porta nel cuore con tre scelte di fondo: la preghiera, il pensiero e l’azione.

La più fragile e più lontana dalla realtà appare proprio la preghiera: a cosa serve pregare mentre persone e famiglie hanno perso o rischiano di perdere lavoro, casa, prospettive?
Qualcuno dice che pregare è una cosa “totalmente inutile”. E’, vero: è ”totalmente inutile” rispetto a una cultura che incensa l’efficientismo, il successo, il consumo, il profitto. Una cultura che ancora va per la maggiore ma non riesce a rispondere al desiderio di felicità che ogni uomo e ogni donna avvertono quando si ritrovano a dialogare sinceramente con se stessi, dentro se stessi.

C’è un desiderio di “altro” che, nonostante le avversità, non si spegne.

Lo confermano anche molti piccoli fatti di questi giorni.

Uno tra gli altri: perché, in una diocesi del terremoto la gente ha gioito per la costruzione di una chiesa di legno e non solo per la riapertura di fabbriche e aziende agricole? Perché si è avvertita così profondamente la mancanza di spazi “totalmente inutili” dove non ci si ritrova per fare qualcosa ma per essere qualcuno?

Perché , dopo il terremoto, il ritorno del suono delle campane è stato così gioiosamente salutato anche da chi afferma di non credere ? Ma quei rintocchi non erano un richiamo, “inutile” e a volte contestato?
Siamo a un ripensamento , alla riscoperta del valore della “inutilità”?

Torna, attraverso questi minuti segni il tema della presenza di Dio nella storia e nella cronaca.
E a partire da questo tema prendono sostanza e prospettiva le altre due scelte della Chiesa anche in un torrido mese d’agosto: pensare e agire.

Il pensiero, sul piano sociale ed economico, è costantemente espresso nel richiamo all’insegnamento sul bene comune, sulla solidarietà sulla condivisione.

Anche in questi giorni, da Taranto a Torino, si sono levate voci vibranti di pastori e di comunità non solo per denunciare la deriva di un’economia e di una politica ma anche per chiedere di costruire nuove relazioni tra le persone, nuovi progetti di sviluppo, nuovi percorsi di speranza per tutti e, in particolare, per i giovani.

Ma la Chiesa, in questo torrido agosto, ha anche agito e continua ad agire nel sociale, con il suo “specifico” contributo e nel rispetto delle istituzioni, incoraggiate a scelte più coerenti con la loro ragione d’essere: quante iniziative di solidarietà sul territorio, quanti sostegni alle famiglie, quante presenze silenziose e sorprendenti nei luoghi della sofferenza, della malattia, della detenzione?

Alla radice di tutto c’è proprio la “inutilità” della preghiera: anche in un torrido mese di agosto , alla vigilia di un non meno caldo autunno.

E a ottobre, nella memoria feconda del Concilio che si salderà con il progetto affascinante dell’anno della fede, tutta questa “inutilità” si riassumerà, ancora una volta, nel sorriso sempre nuovo di Dio.

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