GROTTAMMARE – Vi proponiamo la seconda parte dell’Intervista al Sindaco Luigi Merli dove esporrà delle brevi riflessioni sulla sanità. Per rileggere la prima parte clicca qui.

A breve pubblicheremo la terza parte su: Il futuro di “Solidarietà e Partecipazione”, il rapporto con la minoranza, il compenso come amministratore, il rapporto con la Chiesa.

Cosa ne pensa della gestione dell’ospedale?
Sulla sanità va fatta una riflessione più ampia che tocca gli ambiti decisionali che ad oggi sono tutti della Regione Marche ed io in ogni occasione ho chiesto vivacemente al presidente Spacca all’assessore Mezzolani e a quanti altri mi è capitato di incontrare che la conferenza dei sindaci debba avere una sua dignità e cioè la possibilità di decidere qualcosa.
Ad oggi, ascoltiamo, diamo pareri che non sono però vincolanti, quindi, diciamo che perdiamo tempo.
Per entrare nel merito dell’ospedale ci troviamo di fronte a una carenza di primari enorme e quindi in un momento non esaltante per l’ospedale di San Benedetto.
Sarò molto determinato affinché nella divisione di ruolo all’interno dell’Area Vasta n. 5 l’ospedale di San Benedetto non venga penalizzato. Fondamentalmente l’ospedale unico sarebbe la vera soluzione ma stante le risorse a disposizione della Regione per adesso dobbiamo preoccuparci di far funzionare meglio le strutture che abbiamo.
E’ di oggi la trasmissione da parte del direttore generale della bozza di piano industriale dell’Area Vasta 5. Nei prossimi giorni, dopo un’attenta analisi io, insieme agli altri sindaci, proveremo a fare le nostre osservazioni e le nostre proposte sperando di avere una Regione attenta e ricettiva.

Quando si realizzerà secondo lei l’ospedale di vallata?
Ho già detto che l’ospedale unico sarebbe la soluzione ma non mi pare di intravedere risorse sufficienti per ipotizzare un ospedale unico. Mi pare molto più importante continuare a vigilare e a protestare quando necessario rispetto alla qualità del servizio erogato oggi dall’ospedale di San Benedetto.

Come mai ha preso la presidenza del “Piceno Consind”?
Perché mi hanno chiesto in maniera piuttosto insistente la disponibilità a tentare il recupero di un ente che a maggio 2011 era in “rianimazione”; per dare un barlume di idea della situazione dico solo che erano state pignorate persino le scrivanie degli uffici. Ho accettato con il solito spirito di servizio in quanto i 38 milioni di debito esistente al 30 aprile 2011 in caso di liquidazione dell’ente sarebbero gravati completamente sulle casse dei comuni soci.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *