Gigliola Alfaro

Migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità intellettiva facendo vivere l’esperienza della visita ad un luogo di cultura come ogni cittadino, permettendo di percepire la bellezza del patrimonio culturale, capirla perché adeguatamente spiegata, interiorizzarla perché vissuta a livello cognitivo ed emotivo. È l’obiettivo del progetto “Museo per tutti”, promosso dall’associazione “L’abilità”, onlus nata a Milano nel 1998, che fin dalla sua fondazione si occupa di accessibilità e inclusione per le persone con disabilità. L’ultimo luogo di cultura, in ordine temporale, a entrare nel percorso, il Museo nazionale romano, è stato presentato il 25 settembre, in occasione delle Giornate europee del patrimonio 2021, dedicate al tema dell’inclusione senza limiti e senza frontiere.

“Il progetto nasce nel 2015 con la mission di aprire i musei a persone con disabilità intellettiva – spiega Carlo Riva, direttore dell’associazione L’abilità onlus -.Quando si parla di inclusione ai musei spesso si fa riferimento alle disabilità sensoriali o motorie, mentre la disabilità intellettiva è sempre un po’ misconosciuta.Per noi era importante portare questo pubblico all’interno dei musei non attraverso percorsi di arte terapia, ma attraverso percorsi guidati dove la persona si possa avvicinare al mondo dell’arte e ne recepisca la bellezza in modo da avere poi una migliore qualità della vita e un benessere maggiore.L’iniziativa è rivolta a bambini, ragazzi, adulti con ogni tipo di disabilità intellettiva, quindi da persone con sindrome di down a quelle con sindromi rare in cui è compromessa la funzione mentale, quindi persone con deficit di attenzione, concentrazione, memoria, orientamento”.

Per raggiungere questo obiettivo il progetto mette in atto azioni e strumenti specifici:“Noi facciamo una formazione agli operatori museali del settore educativo e a tutti gli operatori di sala e di back office coinvolti su cos’è la disabilità, cosa vogliono dire inclusione e un progetto su disabilità e arte.Dopo costruiamo con loro uno specifico percorso di visita inclusivo e una guida accessibile stampata o scaricabile dal sito. Queste guide nascono da un lungo processo e raccontano cos’è un museo, le regole per accedervi, la descrizione di una decina di opere d’arte, cosa fare dentro al museo. Il tutto redatto nel cosiddetto ‘Easy to read’, un linguaggio facilitato codificato e regolamentato dall’Unione europea, adatto a essere utilizzato sia da bambini sia dagli adulti con queste problematiche”.

Sono guide scaricabili dal sito accessibile dedicato al progetto o dal sito internet di ogni luogo di cultura aderente:“Il caregiver, il genitore, l’educatore, l’insegnante, lo psicologo scarica la guida, si prepara con la persona con disabilità, che quando va al museo così non ha ansia, stress emotivo e psichico ma si avvicina all’opera con tranquillità, senza timore”.La guida, precisa Riva, permette anche un lavoro a distanza: “Dopo la visita al museo si fa tutto un lavoro di rievocazione e memoria dell’esperienza vissuta”. L’iniziativa punta a promuovere “l’autonomia perché la persona con disabilità non ha bisogno di una visita guidata ad hoc, ma prende la guida e può andare da sola al museo. Se, invece, c’è un gruppo di adulti che frequenta un centro diurno o è residente in una comunità può telefonare al museo e il personale educativo formato da noi può fare una visita guidata ad hoc”.

Da settembre è on line il sito di “Musei per tutti”, che risponde ai criteri di accessibilità del web ed è interamente accessibile anche in inglese. Il sito ha il duplice obiettivo di presentare il progetto e i luoghi di cultura che hanno aderito sia alle persone con disabilità intellettiva – attraverso una presentazione dedicata in homepage con le immagini e i testi facilitati in “Easy to read” – sia agli addetti ai lavori degli ambiti culturale e socioassistenziale.Attraverso il sito i visitatori con disabilità intellettiva e i loro caregiver possono trovare i luoghi di cultura che sono diventati accessibili con tutte le informazioni di contatto e scaricare gratuitamente la guida per prepararsi alla visita. “Noi siamo presenti in tutta Italia e da qualche anno è nata una costola del progetto che si chiama ‘Bene Fai per tutti’ perché sono coinvolti i beni del Fai (Fondo ambiente italiano) con la stessa modalità – dichiara Riva -. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione De Agostini: tramite la Fondazione e il Fai ogni anno rendiamo accessibili due o tre musei o beni del Fai”.

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L’ultimo luogo di cultura reso accessibile è il Museo nazionale romano. “Su Palazzo Altemps già avevamo fatto un intervento due anni fa, adesso abbiamo completato con le altre tre sedi – Terme di Diocleziano, Palazzo Massimo e Crypta Balbi – e rivisto alcuni percorsi su Palazzo Altemps”, afferma il direttore della onlus. Il patrimonio del Museo nazionale romano, esposto in palazzi storici e articolati complessi monumentali, ha rappresentato una vera sfida per la squadra composta dall’équipe di Museo per tutti e dal personale del Servizio educativo del Museo nazionale romano: l’obiettivo è stato non solo presentare i singoli reperti, restituendone il più possibile il significato storico e artistico, ma anche rendere comprensibili spazi che i secoli hanno trasformato e rimodellato. Le guide accessibili per il Museo nazionale romano possono essere scaricate dal sito istituzionale: www.museonazionaleromano.beniculturali.it.

 

Ad oggi sono 18 i luoghi di cultura italiani accessibili alle persone con disabilità intellettiva grazie a “Museo per tutti”: la Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma, il Museo nazionale romano, il Bego – Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino (Firenze), la Venaria Reale (Torino), il Museo archeologico San Lorenzo di Cremona, il Museo degli Innocenti a Firenze, il Museo delle Culture del mondo – Castello D’Albertis a Genova; e 11 Beni del Fai – Fondo per l’ambiente italiano. Inoltre, sono state realizzate 21 guide accessibili e 7 mostre accessibili e si contano 1.000 visitatori con disabilità intellettiva all’anno.

“In questi anni – dice Riva – abbiamo avuto un buon riscontro all’iniziativa soprattutto in termini di benessere: quello che ci raccontano i caregiver è che nel loro immaginario difficilmente pensavano di andare al museo perché viene visto come un luogo di alta cultura, distante, non comprensibile per persone con disabilità intellettiva, la cui vita di solito è relegata ad attività in piscina, al parco, al mercato, una vita di comunità improntata su attività facilmente comprensibili.L’idea del museo un po’ sconvolgeva: quando abbiamo fatto capire che c’erano elementi facilitatori e che quindi non si trattava semplicemente di andare a guardare delle opere, ma c’era tutto un processo di formazione degli operatori museali e con tanto materiale da leggere e di cui guardare le immagini, è stato il lasciapassare per un’attività che dà benessere e permette di ampliare gli orizzonti. Le persone con disabilità sono state bene come gli stessi caregiver”.

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A fine anno, conclude Riva, “inaugureremo il museo accessibile di Brera e quello del Castello Sforzesco a Milano”.

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