Rubrica “Pausa caffè” – Tutte le donne al mattino dopo aver fatto la doccia, essersi vestite, pettinate, applicato creme e make up, vanno al proprio “scrigno” tirando fuori orecchini, una collanina, un anello…Ultimo step una goccia di profumo e poi..via! Al lavoro oppure a fare la spesa a correre di qua e di là come sempre.

Sorbendo il caffè dopo pranzo, ripensiamo alle nostre nonne e bisnonne: erano quasi per tutti povere e umili, con poche cose eppure un oggetto o meglio: una coppia di oggetti , meglio ancora una “triade” di oggetti non mancava mai: gli orecchini d’oro e la fede, a volte anche la catenina.

In effetti nel passato la vita umana era scandita da pochi ma significativi gioielli, fin dalla nascita.

Il primo regalo in oro. Al bambino appena nato si regalava il “corallo” sotto forma di ciondolino, cornetto o per i più fortunati, di braccialino con sferette d’oro intramezzate da palline di corallo rosso nella catenella. Il dono del corallo secondo la tradizione portava “bene”, cioè fortuna. Fin dall’antichità nelle culture mediterranee questo animaletto ( non è una pietra, non è una pianta, ma lo scheletro di un animaletto marino chiamato “Antozoo”..!) che rende così particolari le ormai ( purtroppo) rare barriere coralline, ancora presenti in Sardegna, nei bassi fondali di Torre del Greco in Campania e in qualche altro raro posto, veniva considerato un oggetto apotropaico, ossia con delle qualità: quelle di scacciare il male in tutte le sue forme e pertanto di propiziare fortuna a  colui che ne riceveva dono. Il colore rosso del sangue, quindi simbolo di vita viene spesso menzionato nei dipinti antichi, proprio indossato in varie forme da neonati o bebè. I popoli del Mediterraneo lo consideravano l’essenza vitale della Dea Madre, che abitava nelle profondità del mare. Nella mitologia greca si racconta che fosse il sangue sgorgato dalla testa mozzata di Medusa, per mano di Perseo, sparso sulle alghe e poi trasformate in corallo. Secondo i Romani e gli Arabi donava un destino felice. E’ del resto ancora usanza diffusa quella di regalare un ciondolo con un corallo ai neonati per augurargli una vita serena e fortunata. In Egitto veniva sparso sul terreno per proteggere i raccolti.

Secondo gioiello di gioiello nella vita di un tempo erano “Le orecchine”, ossia gli orecchini delle bambine, dei semplici cerchietti di oro a basso titolo, allacciati sul davanti , utilizzati per forare i lobi delle orecchie stesse alle bambine. Era una sorta di iniziazione alla vita adulta, all’appartenenza a quel matroneo femminile composto da mogli, madri, nonne, una sorta di simbolo del destino imposto, se vogliamo.

Terzo oggetto in oro era offerto dalla suocera alla nuora prima del matrimonio ed era una parure : un collier abbinato ad un paio di orecchini. In alcuni casi solo il collier, da indossare il giorno del matrimonio. Di solito il collier era anche di corallo come simbolo di fertilità e abbondanza, in pratica un significato augurale. Ai ragazzi si regalava quando andavano a fare il militare ( o se partivano per la Guerra, purtroppo) una catenina d’oro con un Crocifisso benedetto. Ovviamente poi c’erano le fedi che entrambi, maschi e femmine sposati, indossavano per tutto il corso della loro vita.

In qualche caso di coppie più affiatate e benestanti, il marito regalava alla moglie un anello per ogni figlio se maschio, o un ulteriore paio di orecchini se nasceva una femminuccia ( questo se ne aveva la possibilità ovviamente, il che era assai raro !).

Chi volesse interagire, commentare, aggiungere curiosità..  può scrivere a : susanna.faviani@gmail.com oppure inviare commenti/domande  al numero wapp di redazione: 371 1715065. Al prossimo Lunedì con un’altra meravigliosa avventura di “Pausa Caffè” !

 

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