Foto di repertorio

DIOCESI – Inizierà domani, Domenica 29 Novembre, la campagna di tesseramento per il Gruppo Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) con la consueta Giornata dell’Adesione. In particolar modo, nella nostra diocesi, la sottosezione di San Benedetto del Tronto aprirà la giornata con una Messa celebrata presso la chiesa di San Benedetto Martire domani mattina alle ore 6,00: a causa delle norme attualmente vigenti per contenere la diffusione del virus covid-19, saranno presenti solo tre rappresentanti dell’associazione, ma la Messa sarà visibile per tutti sul canale 79 di VeraTV. Per l’occasione abbiamo intervistato la Presidentessa della sottosezione diocesana Unitalsi di San Benedetto del Tronto, Mariemma Bertoni.

Perché è importante il momento del tesseramento?
L’adesione è un momento importante per qualsiasi associazione perché a quest’ultima viene fornito un attestato di stima, partecipazione ed approvazione sia da parte di chi la conosce e ne ha apprezzato i servizi, sia da parte di nuovi soci che ne hanno sentito parlare bene. Nel nostro caso è qualcosa di più: non è una semplice riconferma a svolgere un servizio nei confronti di persone fragili, bensì è un forte sì a vivere con loro, ad ascoltarli, ad essere loro fratelli tutti i giorni.

Quanti sono attualmente gli assistiti e quanti i tesserati?
Gli assistiti che seguiamo, tra anziani, malati e disabili, sono circa 65. Per i volontari, invece, il discorso è più complesso. Per il 2020 il tesseramento si è compiuto alla fine del 2019: ogni anno, infatti, esso viene effettuato nel giorno dell’adesione o in occasione di qualche pellegrinaggio. Essendo avvenuto prima della pandemia, abbiamo avuto molti iscritti, circa 150, tra benefattori, ausiliari, effettivi, attivi e partecipi. Tuttavia, a causa di tutto quello che ci sta succedendo intorno, alcuni volontari di una certa età, un po’ più anziani o più fragili, per proteggersi da un eventuale contagio, si sono ritirati. Quindi possiamo dire che, al momento, possiamo contare solo su una quarantina di persone che stabilmente ci danno una mano.

Quali attività riuscite a svolgere regolarmente in questo periodo?
Generalmente i servizi che offrivamo erano molteplici. Prima di tutto c’era un servizio diurno, svolto ogni pomeriggio, grazie al quale gli anziani venivano prelevati presso le proprie abitazioni con un pulmino, venivano fatti riunire presso il piano terra del Biancazzurro e si ritrovano insieme per una tombolata, una merenda, un caffè e un rosario. Poi c’erano anche degli eventi non quotidiani che avvenivano in diversi periodi dell’anno, come ad esempio i vari pellegrinaggi in alcuni luoghi storici (come Loreto e Lourdes) oppure le gite fuori porta presso alcuni santuari (come a San Giacomo della Marca, a Santa Rita o a San Gabriele dell’Addolorata). In estate veniva organizzata un’uscita speciale a Ferrà di Monte Monaco, in cui c’è una bellissima struttura senza barriere architettoniche, quindi usufruibile da tutti i nostri anziani e disabili. Venivano inoltre organizzati anche momenti di spiritualità e di preghiera che culminavano alcuni con la messa ed altri con l’unzione degli infermi. Venivano organizzate, infine, anche delle cene al Biancazzurro per particolari occasioni, come, ad esempio, per Carnevale o per il cenone di fine anno. Ora, purtroppo, per via della pandemia in corso, stiamo vivendo un momento di grande disorientamento: non è possibile, infatti, fare nessuna di queste attività. Oltre a non poter vivere momenti di convivialità perché si creerebbero degli assembramenti, non è possibile effettuare neanche il servizio diurno perché ci sarebbero problemi di sanificazione del pulmino e anche dei locali. Inoltre le persone con cui abbiamo a che fare sono considerate quasi tutte a rischio o perché anziani o perché presentano delle patologie: sono quindi loro stesse a non voler partecipare per paura di incontrarsi con gli altri e contrarre il virus. Perciò, al momento, possiamo soltanto mostrare la nostra vicinanza fornendo un’assistenza telefonica. Fortunatamente non abbiamo assistiti con disagi estremi, l’unico vero problema da affrontare resta la solitudine, quindi la chiamata settimanale che facciamo è sufficiente per fare loro un po’ di compagnia, per ascoltarli e per mantenere con loro un rapporto vivo.

Dunque, oltre al servizio telefonico, di cosa si occupano i volontari dell’Unitalsi in questo periodo?
La nostra sottosezione di San Benedetto del Tronto si dirama in molti gruppi parrocchiali che lavorano autonomamente. In questo periodo, non potendo svolgere il loro servizio presso la nostra associazione, tutti i nostri volontari vengono impiegati per dare supporto alle altre associazioni della zona: ad esempio, a San Filippo Neri i volontari dell’Unitalsi aiutano a fare la sanificazione della chiesa; a Martinsicuro e Villarosa i volontari lavorano con la locale Caritas parrocchiale; invece qui a San Benedetto centro i volontari dell’Unitalsi si occupano del servizio docce che viene erogato dalla Caritas diocesana.

Perché una persona dovrebbe aderire all’Unitalsi?
Quando si svolge un servizio come il nostro, l’insegnamento più grande che si scopre man mano che si va avanti è, senza dubbio, il fatto che ci sia più gioia nel dare che nel ricevere: quindi, che si aderisca come volontario o come assistito, si esce comunque più arricchiti. Quante volte abbiamo toccato con le nostre mani la roccia della grotta di Massabielle a Lourdes! Quanto forte il dolore gridato nel silenzio della nostra preghiera, per una malattia, una sofferenza, una perdita. Quanta pace abbiamo provato nel guardare Maria, Madre del conforto. Rinnovando il nostro tesseramento, oggi più di sempre, permetteremo a malati e disabili il viaggio della speranza, potremo intervenire contro la solitudine e l’abbandono, potremo offrire un alloggio a chi, lontano da casa, deve assistere un figlio malato. A tutti ricordo le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Matteo: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Mt 10,8 )”

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