Si è svolta sabato 30 Novembre, al Teatro Comunale, in un clima di commozione ma anche di grande festa, la cerimonia conclusiva della XXIV edizione del Premio Nazionale Paolo Borsellino: a presentare l’evento due Professori abruzzesi, da qualche anno prestati alla conduzione, Alessandra Angelucci e Graziano Fabrizi.

Come è noto, da ormai molti anni questo riconoscimento viene conferito a personalità di spicco del mondo della legge, della scuola, del giornalismo o anche a semplici cittadini che si sono distinti, o con scelte di vita radicali o con il faticoso lavoro quotidiano, per il loro impegno nella lotta alle mafie ed a favore della giustizia e della legalità. Presenti il Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto (che vede tornare a casa il premio dopo ben 15 anni di assenza), molti ospiti illustri accorsi per consegnare o ritirare l’ambito premio e soprattutto una moltitudine di studenti delle Scuole Secondarie di 1° e 2° grado che sono stati spesso chiamati in causa dal palco ed a cui tutti gli intervenuti si sono rivolti.

Per la sezione scuola due sono state le personalità premiate ed entrambe del teramano. Prima di tutto il Dirigente dell’Istituto Comprensivo Corropoli – Colonnella – Controguerra Manuela Divisi che da molti anni fornisce ai suoi studenti un’offerta formativa orientata alla legalità. Queste le sue parole: “Per me è un vero onore ricevere questo premio, un premio che non considero assolutamente mio, ma che estendo a tutti gli studenti, ai docenti, ai genitori e agli amministratori dei tre plessi: ci tengo a citare tutti perchè credo che questo premio sia il risultato di una grande sinergia che tutti insieme (scuola, territorio, enti locali) abbiamo messo in campo. È chiaro che questo premio sia anche un onore che accresce il senso di responsabilità verso questi ragazzi: penso che il compito fondamentale della scuola sia quello di formare le nuove generazioni e dare loro gli strumenti necessari per scegliere sempre, con grande libertà, da che parte stare”. È stato poi il turno di Eleonora Magno, Dirigente del liceo Artistico Grue di Castelli la quale ha dichiarato: “Il monumento Il Sorriso realizzato dai miei studenti, pur essendo stato scolpito su una grande e pesante pietra della Maiella, ormai cammina da solo, si sposta di istituto in istituto, di città in città. Questo premio dunque è per voi, ragazzi, affinchè in futuro affidiate all’arte messaggi importanti di speranza.”

Per la sezione cultura l’ambito riconoscimento è stato conferito allo scrittore Giuseppe Leonelli, il quale ha sottolineato come la lotta alle mafie debba configurarsi soprattutto come prevenzione, trasformarsi in attenzione ad ogni singolo individuo, evitando che un giovane si perda: in questo senso ogni passo nella scuola e nella società deve essere orientato all’inclusione.

Per la sezione legalità si è aggiudicato il premio Luciano Costantini, il magistrato che lavorò a Marsala a fianco di Paolo Borsellino, oggi giudice del Tribunale di Siena, il quale ha dichiarato che non dobbiamo considerare Borsellino e Falcone degli eroi, perchè mettiamo una distanza fra noi e loro: in realtà chiunque di noi ogni giorno può scegliere di essere come loro.

L’evento è proseguito con la premiazione, per la sezione giornalismo, di due importanti personalità che negli anni hanno condotto inchieste pericolose, accendendo i riflettori sul tessuto mafioso esistente in due diverse zona d’Italia: Roma e Reggio Calabria. Prima di tutto la giornalista di Repubblica Floriana Bulfon, scrittrice anche del celebre libro I Casamonica che ha così commentato il premio ricevuto: “Alle mafie per comandare occorre il silenzio. L’informazione quindi ti obbliga a decidere da che parte stare.” Poi è stato il turno di Claudio Cordova, fondatore e direttore del quotidiano on line Il Dispaccio ed autore dei libri Il sistema Reggio e Gotha, in cui ripercorre la storia della ‘ndrangheta, svelandone i legami con il mondo delle istituzioni. Queste le sue parole: “Credo in un giornalismo sociale, quindi voglio fare qualcosa per gli altri sul mio territorio. Purtroppo, prima o poi, tutti i ragazzi entrano in contatto con la cultura mafiosa che è illegalità, sopraffazione, ma anche mancanza di riconoscimento del merito: infatti laddove non emerge il merito, è già sintomo di cultura mafiosa. Ecco, a questi ragazzi io voglio dire di non avere paura di essere soli e soprattutto di non smettere mai di sognare e di impegnarsi, anche quando tutto dice che sarebbe meglio non farlo.”

Infine per la sezione impegno civile è stato chiamato sul palco il tanto atteso Pierfrancesco Diliberto più noto come PIF. L’artista, che ha scritto e diretto il pluripremiato film La mafia uccide solo d’estate, ha – come previsto – scaldato il giovane pubblico con la sua ilarità, riuscendo così a divertire ed allo stesso tempo a ridestare l’attenzione dei presenti. Queste le sue parole: “La lotta alle mafie è la storica lotta per la libertà. Impegnamoci dunque, per dare un senso alle morti di Falcone e Borsellino.” Poi, rivolgendosi ai numerosi studenti in sala, ha detto: “Nel romanzo Il Gattopardo è scritta la celebre frase: Tutto deve cambiare affinchè tutto resti come prima. Ecco, io dico che questo non è vero! Cambiate libro, cambiate mentalità, cambiate il mondo in cui vivete: cambiare si può!

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