ACQUAVIVA PICENA – Domenica 10 novembre ad Acquaviva Picena, in occasione della “Giornata del IV novembre”, sono stati commemorati tutti i caduti di tutte le guerre, in particolar modo sono stati ricordati i caduti di Acquaviva con l’evento “Commemorazione dei Caduti di tutte le guerre – Festa del Combattente”. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci Sezione di Acquaviva Picena del presidente cav. Duilio Grilli.

Presenti molte autorità religiose, civili, politiche e militari.
Il programma ha previsto la partenza del corteo alle 10:30 per poi partecipare insieme alla santa Messa alle ore 11:00 presieduta dal vescovo emerito della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto Sua Eccellenza Monsignor Gervasio Gestori.
Nell’omelia il vescovo ha detto: “Riprendendo il Vangelo di oggi, quel brano dove i sadducei interrogano Gesù per metterlo alla prova, gli presentano un caso abbastanza assurdo di sette fratelli che sposano uno dopo l’altro la stessa donna e tutti muoiono senza eredi. A Gesù viene posto questo quesito per interrogarlo sulla Resurrezione, a cui i sadducei non credevano.
I rapporti di parentela e amicizia non saranno simili a quelli sulla Terra, nella vita eterna i rapporti in qualche modo saranno più forti, più belli, ma non uguali a quelli sulla Terra. Ci siamo voluti bene su questa Terra, nell’altro mondo ci si vorrà ancora più bene.
L’altro mondo è diverso però gli affetti non vengono meno. Noi oggi siamo qui per ricordare i nostri morti, in modo speciale i caduti in guerra. Ciascuno avrà i suoi da ricordare, anche io ho i miei; questo culto dei morti, dei nostri defunti rappresenta un ricordo sincero, un ricordo che non muore e tanto più l’affetto è stato forte su questa Terra, tanto più il ricordo è vivo e forte, è doloroso, è bello, è doveroso. Un popolo che non ricorda i propri defunti è un povero popolo destinato a morire, ha le radici tagliate e un albero senza radici, muore. Questo ricordo dei defunti ci fa soffrire, ma ci fa anche bene, è un legame ancora vivo più o meno sentito e forte non soltanto vissuto in queste giornate dei morti, ma vissute un po’ tutti i giorni dell’anno. Un ricordo carico di riconoscenza, gratitudine, di amore. È un dovere che ci arricchisce, che lenisce le sofferenze presenti pensando ai nostri parenti e amici defunti, ci fa diventare più buoni in un mondo dove la violenza è sempre maggiore, in maniera verbale e non solo purtroppo.
Sono grato all’Associazione Combattenti e Reduci di Acquaviva che ogni anno organizza questa giornata. Ricordiamo, ringraziamo e preghiamo. Tra poco proclameremo il Credo, reciteremo, “credo nella resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”, ma ci crediamo davvero?
Risorgeremo, in che modo non lo sappiamo, ma che risorgeremo è certo, è un dato di fede. Il cristianesimo si distingue da ogni altra fede per la certezza che i morti risorgeranno. C’è un’altra vita. Sì, ci credo, i morti risorgeranno, la vita continua.
Noi ci stiamo dimenticando del passato, dei nostri morti. Ho letto di un’insegnante che ha parlato ai suoi ragazzi della caduta del muro di Berlino, di quell’assurdità di una città spaccata in due con i parenti divisi, del termine di quella divisione assurda dobbiamo essere grati al popolo che ha sempre desiderato riunirsi e di alcuni personaggi di spicco che hanno messo fine a quella brutta storia, uno tra tutti san Giovanni Paolo II; quest’insegnante ha scoperto che i suoi alunni non conoscevano la storia del muro di Berlino, un fatto accaduto non moltissimi anni fa, non è storia antica, ma storia contemporanea. I suoi ragazzi hanno poi chiesto a quest’insegnante di parlare loro di questo evento: I giovani non conoscono il passato, noi adulti dobbiamo tramandare la storia ai giovani, è importante, un popolo senza radici è destinato a morire”.
Terminata la Celebrazione Eucaristica il parroco ha sottolineato come i giovani fossero una parte molto importante della vita, allora come oggi, perché in fondo i combattenti delle guerre erano dei ragazzi.

Il vescovo emerito Gervasio Gestori ha poi benedetto la corona d’alloro che è stata in seguito deposta sotto la lapide dove sono elencati tutti i nomi dei caduti di Acquaviva durante le due guerre mondiali. Il sindaco Pierpaolo Rosetti ha detto: “In questa giornata voglio ricordarvi in particolare una parola pronunciata durante l’omelia da Sua Eccellenza Monsignor Gestori e cioè “ricordare”; sotto sette anni che ricopro la carica di sindaco e ogni anno mi è sempre più difficile ricordare e celebrare celebrazioni come questa, come il 25 aprile e il 2 giugno. C’è una contrapposizione tra chi vuole ricordare e cerca di non far perdere la memoria di avvenimenti come questo e chi vuole dimenticare, cerca di cancellare e dare un significato diverso alla storia che abbiamo vissuto. Un popolo, una nazione, che dopo decenni invece di riconciliarsi va verso una spaccatura sempre più profonda. messaggi come quello di oggi nei giovani, soprattutto, non trovano terreno fertile, i giovani non si interessano più di politica, colpa spesso della politica stessa, inoltre difficilmente riescono a fare “gruppo”. Coloro che hanno combattuto, lo hanno fatto per la libertà, la libertà di tutti, non importa chi essi fossero, oggi invece si è sempre più intolleranti verso gli altri, verso lo straniero, verso chi è diverso, si inizia così, ma andando avanti si arriva ad essere razzisti anche contro noi stessi. Quindi ricordiamo questi avvenimenti e non dimentichiamo cosa ci dice la nostra Costituzione Italiana”.

Il vice presidente del Consiglio Regionale della Regione Marche Celani ha detto: “Oggi dobbiamo ricordare e mai interrompere il percorso iniziato da chi ha combattuto per difendere certi valori e all’unità della Nazione. Durante queste manifestazioni dobbiamo prendere coscienza di quello che siamo stati, perché se non siamo consapevoli del sacrificio che quei giovani hanno sostenuto per noi, non prenderemo mai coscienza di quello che siamo oggi. È fondamentale questo. Fondamentale anche per dare un futuro di speranza ai bambini, qui ce ne sono molti. Ricordiamo l’unità nazionale e le Forze Armate. Ricordiamo chi ha difeso la libertà, un bene non materiale quindi, non tangibile. Hanno difeso la libertà, la Patria, la democrazia e altro ancora. Difendere un bene intangibile è molto più grande, ha molto più valore ed è molto più difficile che difendere un bene tangibile. Grazie di questi momenti di riflessione che le comunità, le associazioni, in particolare questa di Acquaviva oggi, quindi grazie a Duilio, ma nei giorni scorsi anche in altri paesi, organizzano per ricordare eventi importanti come questo”. Il consigliere comunale e rappresentante della Provincia di Ascoli Piceno Marco Curzi ha detto: “Porto i saluti di tutta l’Amministrazione provinciale, consentitemi di salutare la comunità di Acquaviva Picena, comunità a cui sono molto legato perché sono cresciuto qui, ho trascorso parte della mia vita ad Acquaviva. Ogni scorcio di Acquaviva mi ricorda e mi suscita dei sentimenti importanti. Oggi festeggiamo le Forze Armate e ricordiamo i caduti di tutte le guerre, le Forze Armate hanno giurato fedeltà allo Stato, fedeltà verso il rispetto delle regole, fedeltà verso la nostra sicurezza, sicurezza verso la persona e verso il territorio. Ripensiamo poi ai caduti di tutte le guerre, che con il loro amore smisurato hanno dato la vita per la libertà, per l’uguaglianza. Grazie perché ogni anno c’è qualcuno, in questo caso l’Associazione Combattenti e Reduci di Acquaviva con il presidente cav. Grilli, che si occupa di ricordare eventi importanti del passato che non devono essere dimenticati.”
Presente alla manifestazione Pietro Colonnella.

È stato poi il momento dedicato ai bambini dell’ Istituto Scolastico “De Carolis” di Acquaviva che dopo aver letto i nomi di tutti i caduti di Acquaviva, hanno proseguito con poesie e pensieri personali. Il cav. Grilli infine ha ringraziato oltre ai presenti anche il presidente Mattioli della Banca del Piceno, il Comandante del 235° Reggimento di Ascoli Piceno, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, i Vigili Urbani, il Prefetto, il presidente del Palio del Duca cav. Gaetani, la Protezione Civile di Acquaviva, il Corpo bandistico della città di San Benedetto del Tronto. Un ringraziamento ai tesserati e a tutti quelli che in qualche modo hanno dato un sostegno all’ottima riuscita di questa manifestazione. Viva l’Italia, viva il tricolore”.

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