Di Gianni Borsa

Un quadro elettorale in leggero movimento quello delineato dalle nuove proiezioni sul voto del 23-26 maggio per il rinnovo dell’Europarlamento diffuse oggi a Bruxelles. Le forze a vario titolo “europeiste” si confermano grande maggioranza nel futuro emiciclo: si tratta di Popolari, Socialisti & democratici, Liberali, Verdi, più il movimento francese En Marche fondato dal presidente Macron. Regge bene la Sinistra unitaria, mentre le forze ritenute “euroscettiche” di destra (Ecr, Efdd, Enf) dovrebbero ottenere circa il 20 per cento dei seggi nella futura Assemblea di Strasburgo.

Sondaggi “discutibili”. La diffusione delle proiezioni – precedentemente avvenuta in due diversi momenti, a metà febbraio e il 1° marzo – da parte dell’Eurocamera (ufficio studi e ufficio stampa) era stata contestata da più parti, ritenendo che non fosse questo un compito dell’istituzione. Oggi, dopo un rinvio “tecnico”, ecco le nuove proiezioni: il Parlamento ribadisce che “nessun sondaggio sulle intenzioni di voto utilizzato è stato commissionato o condotto dal Parlamento europeo”, ma sarebbero stati raccolti “sondaggi accessibili al pubblico e pubblicati da precisi e affidabili istituti in ciascuno Stato membro”. Dunque si tratta di una rielaborazione di sondaggi commissionati in tutti gli Stati membri, senza costi per l’Assemblea. Va ancora specificato che si tratta di sondaggi svolti a ben due mesi dalle elezioni, quando non si conoscono i candidati e la campagna elettorale è al palo.

Incognita Brexit. C’è, infine, l’incognita Brexit: con l’uscita del Regno Unito, precedentemente fissato proprio per il 29 marzo, il Parlamento sarebbe dovuto passare da 751 seggi a 705, con una diversa distribuzione degli scranni tra un Paese e l’altro (l’Italia salirebbe da 73 a 76 deputati). Ma senza il recesso del Regno Unito dall’Ue, è possibile che gli inglesi debbano votare a maggio, e allora la composizione dell’emiciclo tornerebbe quella presente. Con la conseguente revisione dei posti indicati in questi stessi sondaggi.

Risalgono Popolari e S&D. Al Partito popolare vengono dunque assegnati 188 seggi, 7 in più rispetto alle proiezioni precedenti. Anche i Socialisti & democratici salgono di 7 seggi (142 in totale). Terzo gruppo resta quello dei Liberali (Alde), che però rispetto a febbraio perdono 3 seggi (72 seggi). In recupero sono dati anche i Conservatori e riformisti con +7 seggi (53 in tutto). Secondo le proiezioni su base demoscopica a recuperare due seggi sarebbero i Verdi (51 seggi), gli euroscettici dell’Enf (con la Lega), che arrivano a quota 61, e la Gue (sinistra, 49 seggi). Cala invece l’altro gruppo eurodubbioso Efdd (con i deputati 5Stelle), che perde 9 posti e passa da 39 a 30. Un altro punto perdono i “non iscritti” (ora avrebbero 7 seggi) mentre gli “altri” (formazioni politiche che non hanno ancora scelto a quale gruppo parlamentare aderire, fra cui En Marche, accreditato di 23 seggi) perdono 14 seggi e passano da 66 a 52.
Germania, Spagna, Polonia… In Germania si confermerebbero primi i partiti di governo Cdu/Csu, seguiti a distanza da Verdi e Socialdemocratici; modesto il risultato degli antieuropeisti di Afd. In Francia En Marche si impone sul Rassemblement di Marine Le Pen. In Spagna conducono di varie misure i Socialisti sui Popolari. In Polonia testa a testa tra gli europeisti di Piattaforma e il PiS, partito euroscettico al governo del Paese.
Italia: 5Stelle giù. Per quanto riguarda le previsioni per l’Italia, cala di poco la Lega (accreditata ora del 32,2%, 27 seggi), ancora in decrescita i 5Stelle (20,9%, 18 seggi), mentre è in ripresa il Partito democratico (20,6% con 18 seggi), stabili Forza Italia (conferma 8 seggi), e Fratelli d’Italia (4 seggi). Tutte le altre forze politiche restano sotto lo sbarramento del 4%.

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