“L’Unicef è estremamente preoccupato per la situazione di circa 90mila bambini nella provincia dell’Ituri, a nord-est della Repubblica Democratica del Congo, che scappano dalle violenze intercomunitarie nel territorio di Djugu, a nord della città di Bunia”. Lo comunica con una nota il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che, in seguito a queste violenze, ha stimato che “66.000 bambini sfollati interni non hanno accesso ai servizi sanitari e scolastici e che circa 25.000 bambini si sono rifugiati in Uganda”. Sarebbero oltre 70 i villaggi bruciati. “Sono stati documentati oltre 76 omicidi con arma da taglio, di cui la maggior parte contro donne e bambini. Almeno tre centri sanitari e sette scuole sono state saccheggiate o incendiate, privando i bambini di cure sanitarie e dell’istruzione”. L’Unicef stima inoltre che “oltre 100 scuole hanno interrotto i corsi, privando 30mila bambini dell’istruzione”. La maggior parte degli sfollati interni “si è insediata nelle scuole, nelle chiese e negli ospedali intorno a Bunia, la capitale della provincia dell’Ituri”. “Sono esposti alle intemperie e hanno un accesso limitato a cibo e acqua pulita, correndo un rischio reale di contrarre malattie diarroiche, compreso il colera”. Sono stati identificati 70 bambini non accompagnati e 245 bambini separati dalle loro famiglie “con urgente bisogno di assistenza nei dintorni dell’ospedale di Bunia”. In risposta alla crisi, l’Unicef, fra il 16 e il 20 febbraio, ha distribuito assieme ai suoi partner coperte, stuoie, sapone, tazze e secchi a 17mila persone e ha installato una cisterna d’acqua con capacità di 20mila litri. Il Fondo per l’infanzia dell’Onu ha anche inviato sul campo alcuni team per la protezione dell’infanzia per “identificare i bambini non accompagnati e separati e per la loro presa in carico”.

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