Leggi l’articolo Convegno FISC, UCSI, OdG, U.C.S. Ascoli e San Benedetto: Interpretare la professione del giornalista nelle emergenze

DIOCESI – Monsignor Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, ha celebrato la Santa Messa presso il Monastero Valledacqua, sito ad Acquasanta Terme, in occasione del convegno “Terremoto, quale comunicazione? Il ruolo dell’informazione nell’emergenza”, al quale hanno partecipato numerosi giornalisti e le voci più importanti del settore che hanno relazionato sul ruolo che i media svolgono nelle situazioni di emergenza.

Il Vescovo ha inizialmente ringraziato gli operatori del settore dell’informazione per la partecipazione e li ha esortati a continuare il loro lavoro per impedire che si spengano i riflettori sulle zone terremotate della nostra regione.

Nell’omelia ha messo in luce la necessità di trovare conforto in Nostro Signore: “Il terremoto lascia tracce di morte nel cuore di chi l’ha vissuto, che il tempo fatica a cancellare. Il post-terremoto è il tempo dello smarrimento interiore e dell’incertezza che non si riesce a non comprendere se si pensa che molti fratelli hanno perso tutto. Andiamo sempre avanti, camminiamo con questo spirito in modo che le comunità terremotate non smarriscano il senso della loro appartenenza e la forza per ripartire. Pur creando lutti e disagi, il terremoto lascia però viva la fede nel cuore della gente. Se, invece, si spegne la fiamma della fede, si smarrisce il senso della vita e l’orizzonte si tinge di un’incertezza profonda e proprio per questo è indispensabile la vicinanza di Dio che nella sua misericordia non abbandona”.

Sia la prima Lettura, tratta dal libro del profeta Ezechiele, come il brano evangelico secondo San Giovanni, ci invitano a guardare oltre il buio della sofferenza e della morte, mentre San Paolo, nella seconda Lettura, ci ripete che lo Spirito di Dio abita con noi.

Conclude il Vescovo: “Abbiamo ascoltato nel Vangelo che la sorella di Lazzaro, in pianto per la morte del fratello, dice a Gesù: «Vieni a vedere» e lo accompagna davanti ad una tomba sigillata da un masso. Anche noi possiamo condurre spiritualmente Gesù davanti alla tomba del nostro dolore e della paura della morte. Assicura il Signore: «Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno». Quindi, davanti alla morte violenta, Gesù ci è vicino, è legato a noi così fortemente che nemmeno la morte può spezzare. La forza di questo amore e la Sua amicizia sono l’unica via che porta alla vittoria sulla morte”.

     

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *