inquinamentoDi Antonio Gaspari da Zenit

Alcune dichiarazioni sono state esagerate, eppure è vero che l’accordo sul clima concluso a Parigi dalla Cop21 rappresenta un superamento significativo nell’approccio al problema per seguire strade virtuose. L’intesa, per la prima volta sottoscritta all’unanimità dai 195 paesi rappresentati, sembra voler seriamente impegnarsi a limitare in maniera radicale l’utilizzo dei combustibili fossili, senza penalizzare lo sviluppo. Tutti i partecipanti sono stati concordi nel respingere manovre speculative e carbon tax, che distorcono il mercato e penalizzano i consumatori.

Inoltre i paesi avanzati, piuttosto che pensare a finanziare programmi di riduzione della popolazione, hanno finalmente deciso di stanziare un fondo di 100 miliardi di dollari, che verranno erogati per diffondere in tutto il mondo tecnologie utili a produrre energia e alimentare trasporti, riducendo fino a zero l’utilizzo dei combustibili fossili.

Indipendentemente da posizioni ideologiche differenti e da esagerazioni ‘apocalittiche’, esiste un problema che rischia di diventare sempre più allarmante: ovvero il fatto che oltre l’85% delle energia prodotta nel mondo e più del 90% dei combustibili utilizzati per i trasporti sono combustibili fossili, cioè carbone petrolio e gas. Tutte le automobili, i bus e i camion con motore termico, impianti di riscaldamento e centrali per produzione di energia termica, sono come piccoli e grandi fuochi che emettono fumi, gas di scarico e particelle incombuste pericolosi per la salute.

Le emissioni di questi gas da combustione stanno aumentando la densità atmosferica nelle parti basse, cosicché le radiazioni solari che colpiscono il pianeta vengono rallentate e intrappolate nel rimbalzo verso il cielo. Tutto ciò fa aumentare la temperatura e immettere più energia nel sistema al punto che molti fenomeni atmosferici diventano più potenti ed estremi. Considerando la grande necessità di sviluppo del pianeta, soprattutto dei paesi emergenti come Cina e India, è necessario trovare il modo di spegnere tali ‘fuochi’, riducendone le emissioni e cercando energie alternative serie che possano sostituire carbone, petrolio e gas.

L’obiettivo non è facile considerando che chi detiene il controllo di queste risorse è molto ricco e non ha molta voglia di perdere le proprie posizioni di potere. Negli ultimi 30 anni, l’accesso ed il controllo di fonti quali il petrolio è stata all’origine di guerre combattute soprattutto nella zona del Medio Oriente, dalla Libia all’Iraq. E tuttora la fonte principale di finanziamento dei gruppi terroristici passa attraverso il controllo e la vendita di petrolio.

Papa Francesco ha ben chiarito la questione nella sua enciclica Laudato Si’, spiegando che è vero che ci sono altri fattori che determinano il clima sul nostro pianeta (come il vulcanismo, le variazioni dell’orbita e dell’asse terrestre, il ciclo solare), ma su questi fenomeni la nostra capacità umana è limitata. Per questo motivo, ha scritto il Papa: “è diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di biossido di carbonio e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile”.

E qui, infatti, c’è la possibilità di intervenire subito. Basti pensare a come si ridurrebbero le emissioni se solo si utilizzassero sistemi di trasporto con motori ibridi e elettrici. Basterebbe incentivare l’acquisto di automobili che utilizzano queste tecnologie per sostituire l’intero parco auto del mondo e ridurre le emissioni del 40-50%.

L’altra fonte diffusa di fuochi, che sono i sistemi di riscaldamento che utilizzano fonti fossili, potrebbe essere facilmente sostituita con sistemi geotermici. Si dimentica, infatti, che la nostra Terra ha un grande fuoco interno: non è necessario pertanto accenderne altri in superficie, è sufficiente scavare a varie profondità per portare sonde che trasmettono calore. Invece di perforare le crosta terrestre per tirarne fuori il petrolio, potremmo scavare per utilizzare il calore interno della terra.

L’aeroporto Charles De Gaulle e centinaia di migliaia di nuove abitazioni nel mondo stanno già utilizzando sistemi geotermici. In Italia sono anni che si utilizzano i soffioni boraficeri per produrre energia elettrica. Insomma, le soluzioni sono a portate di mano. Il difficile sarà convincere chi attualmente detiene il possesso di carbone, petrolio e gas a ridurre i proventi ed il potere.

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