RuffiniQuello chiesto dal Papa per il “dopo-Firenze” è “un impegno a lungo termine” che va raccolto “da tutta la comunità ecclesiale, ognuno per la propria parte di responsabilità”. Lo fa notare Paolo Ruffini, direttore di Tv2000, a margine del Convegno di Firenze, precisando però che accanto ai tempi lunghi ci vuole “una conversione a breve termine che chiede alla Chiesa di saper ascoltare, di essere umile, di non arroccarsi su un impianto fatto di norme. Come ci ha ricordato il Papa, la dottrina è Gesù: il Dio che si è fatto uomo è la rivoluzione del Vangelo”. Per gli operatori della comunicazione, la sfida da raccogliere è quella di “una comunicazione evangelica”. “La grandezza del cristianesimo, oltre che nel suo messaggio – precisa il direttore di Tv2000 – sta nel modo in cui si è diffuso. Gesù parlava in modo semplice alla gente, ‘vedeva’ la gente”. “Parlare il linguaggio del proprio tempo per incarnare il cristianesimo”: è questa, per Ruffini, la sfida di sempre, resa più complessa oggi “in un tempo che ha fatto salti linguistici pazzeschi, soprattutto per le nuove tecnologie, ma in cui la velocità enorme del cambiamento di linguaggio ha portato spesso ad una non parallela crescita del senso”. Di qui la necessità di “riportare senso e contenuto dentro questa rete, evitando l’errore di pensare che quello che premia è solo il contenuto. Come diceva Paolo VI: ‘A che serve dire la verità se gli uomini del nostro tempo non la capiscono?’”.

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