Di Floriana Palestini

DIOCESI – Come da programma della Festa della Marina, nella serata di sabato 25 luglio si è tenuta presso la banchina di riva Malfizia la S. Messa presieduta dal vescovo mons. Carlo Bresciani, che ha visto la partecipazione di molti sacerdoti della diocesi. Alla celebrazione erano presenti anche le autorità della città e un discreto numero di fedeli. La S. Messa al porto, appuntamento fisso nell’estate diocesana, vede anche la partecipazione di molti turisti i quali attraverso questo evento vengono a conoscenza di questa festa importante per tutta la città.

Al termine della celebrazione è avvenuto il trasferimento con scorta d’onore dell’immagine della Madonna della Marina nella Capitaneria di Porto, dove è stata lasciata per la notte, in attesa di uscire di nuovo a bordo della lancetta il pomeriggio successivo.

Pubblichiamo le parole pronunciate dal vescovo Carlo Bresciani: “Dopo l’uscita in mare di questo pomeriggio, con la quale abbiamo voluto ricordare e rendere omaggio a tutti coloro che nel mare hanno perso la vita, svolgendo un onesto lavoro di pescatori e nella ricerca di un dignitoso sostentamento per la propria famiglia, celebriamo questa sera la S. Messa in onore della Madonna della Marina, qui sulla banchina Malfizia del porto. Con la santa Messa vogliamo onorare la Madonna come protettrice di tutti coloro che operano sul mare e che a lei ricorrono per trovare sostegno e conforto nel duro e, talora, pericoloso lavoro.

È bello considerare questa grande e tradizionale devozione della nostra gente del mare a Maria, stella del mare. Il navigante, durante le lunghe ed oscure notti trascorse in alto mare, senza alcun riferimento visivo se non il luminoso firmamento stellato, aveva come guida della propria rotta solo le stelle. Non c’erano i potenti strumenti di cui oggi, grazie a Dio, disponiamo. Attraverso le stelle individuava la rotta da tenere per giungere con sicurezza all’agognato porto, dove mogli e figli attendevano in ansia il suo ritorno a casa.

Le stelle indicavano, quindi, la strada di casa e verso le stelle andavano tutti i sospiri della lunga attesa. Ma anche mogli e figli da casa elevavano alle stelle la preghiera che guidassero verso casa colui che era lontano da troppo tempo. Gli uni e gli altri scrutavano nelle stelle il cammino da compiere, perché la perdita della giusta rotta non ritardasse la ripresa dei rapporti di dolce affetto che legavano le famiglie.

Noi invochiamo Maria come stella del mare. Questo appellativo si rifà all’esperienza che ho appena ricordato. Noi tutti siamo naviganti nel cammino della vita e abbiamo bisogno di riferimenti sicuri, perché il nostro viaggio possa giungere al porto sicuro, dove ci attendono Dio e i santi. Come i naviganti guardavano alle stelle per individuare con sicurezza la rotta, così noi guardiamo a Maria, invocata appunto come stella del mare, perché non abbiamo a deragliare nel cammino della vita. Ella indica la rotta sicura che porta a Dio, e questa rotta è quel Gesù che la Chiesa ci presenta. Questo ho voluto esprimere anche nel mio stemma: una nave, guidata dalla Stella Maris che conduce sulla rotta sicura verso Gesù.

Il navigante incontra notti oscure e nuvolose in cui è difficile vedere le stelle, esperimenta spesso una solitudine che desta una forte nostalgia di casa. Notti oscure fanno parte della vita di ognuno di noi. Maria, stella del mare, continua, però, a brillare anche nel cielo oscuro della notte. Con la sua luce silenziosa invita a non perdere la fiducia e la speranza: anche se la notte è oscura, la sua luce rimane e questa luce è foriera del sole che alla fine della notte sorgerà e illuminerà in pienezza il giorno della vita. Basta saper attendere, imparando dalla fede di Maria, mantenendo la giusta rotta e resistendo allo scoraggiamento che minaccia sempre di incombere.

Maria, stella del mare è, quindi, stella di speranza che non si spegne mai; essa ci rende certi che la notte, per quanto oscura, non riuscirà a spegnere ogni luce. La luce è più forte della notte.

Ma dobbiamo chiederci: da dove viene la luce di cui brilla Maria? perché essa è stella che può guidare la nostra vita verso il porto sicuro? Ella non brilla di luce propria: come donna non è, né più né meno, come qualsiasi altro essere umano. Ella, come uno specchio, brilla di luce riflessa, quella che le viene da Gesù. Se vogliamo arrivare alla fonte della luce, non possiamo fermarci alla stella, dobbiamo arrivare al sole, da cui per noi proviene ogni luce. Solo con il sole usciamo dalla notte ed entriamo nell’unica luce in grado di far sorgere la vita. Le stelle illuminano la notte e indicano il viaggio, ma non bastano a dare vita.

Maria è stella che riflette la luce del sole che è Gesù: con la sua luce riflessa ci rimanda altrove, ci dice che sicuramente c’è un Dio, anche se non lo vediamo direttamente e abbiamo l’impressione di essere immersi nella notte. Maria, stella del mare, ci dice che se vogliamo la vita dobbiamo arrivare al sole, Gesù, sole che sorge dall’alto e dissipa le tenebre dell’errore che avvolgono la debolezza umana.

Maria, con la sua luce riflessa, ci dice che c’è un Dio per tutti e che la sua luce può ridare vita a chiunque abbia perso la retta via nelle tenebre della notte. Ella è la stella in grado di guidare a Cristo ciascuno di noi. A lei possiamo sempre rivolgerci nelle notti oscure della nostra vita.

Sappiamo, però, che non basta guardare le stelle, se vogliamo giungere al porto: bisogna dirigere il timone della nostra barca sulla rotta che le stelle indicano. Non temiamo, quindi, di puntare la rotta della nostra vita sull’insegnamento di Gesù: la rotta sicura che Maria, stella del mare, ci indica con amore di madre tenera che segue con premurosa attenzione la vita di tutti i suoi figli.

E tu, Maria, stella del mare, prega per tutti noi, devoti figli tuoi.”

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