Don Gian Luca Pelliccioni (61)Di Carlo Urbanelli

MONTEPRANDONE – Questo fine settimana, a Monteprandone, si svolgerà la tradizionale Festa Parrocchiale in onore di San Cirino Martire organizzata dal Comitato Festa Parrocchiale che ha stilato un programma con appuntamenti sia a carattere religioso che ricreativo.

Nel dettaglio:
Oggi, sabato 13 giugno alle ore 17:00 il nostro Vescovo mons. Carlo Bresciani celebrerà la Santa Messa presso la Chiesa parrocchiale di san Nicolò con Sacramento della Santa Cresima.

Domenica 14 giugno alle ore 10:00 Apertura della Festa di San Cirino Martire Ore 11:00 Messa ed a seguire, Processione solenne con la statua di San Cirino Martire per le strade del centro storico.
Ore 17:30 Giochi per bambini e ragazzi
Ore 19:30 CENA INSIEME in piazza dell’Aquila
Ore 20:30 ANIMAZIONE a cura Scuola di Ballo “PLANET DANCE 2000” SPETTACOLO con la PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA di FRATE MAGO
Ore 22:30 ESTRAZIONE della TOMBOLISSIMA e conclusione della Festa. Tanti volontari giovani e adulti mettono in gioco il loro tempo e la loro creatività, per sviluppare opportunità di preghiera, di riflessione, d’incontro e di momenti ricreativi per ragazzi in un clima di fratellanza e condivisione. Ringraziamenti particolari vanno al parroco, don Gian Luca Pelliccioni, al Comitato per la Festa Parrocchiale di san Cirino martire, all’Amministrazione comunale di Monteprandone, alla Polizia Municipale ed a tutti i parrocchiani che collaborano alla realizzazione della festa.

Breve storia del martire: La chiesa parrocchiale san Nicolò di Monteprandone, tra le sue preziosità vanta anche le spoglie mortali di san Cirino: martire cristiano del 303 D.C. trucidato barbaramente dall’imperatore Diocleziano per il suo appartenere alla sequela di Cristo. Nell’anno 303 AC., settimo del pontificato di S. Marcellino, ventesimo dell’impero di Diocleziano e Massimiano e secondo della terribile persecuzione, i giovani nobili romani Cirino, Basilide, Nabore e Nazario, convertitisi al cristianesimo, abbandonarono la milizia imperiale per dedicarsi completamente alla nuova fede. Divulgatasi presto la notizia, il prefetto Aurelio dette ordine che fossero catturati. I quattro giovani venuti a conoscenza del provvedimento vendettero i loro beni e distribuirono tutto ai poveri. Non passò tempo però che furono presi e, invitati ad adorare gli dei, rifiutarono energicamente. Allora furono torturati e gettati in un orrendo carcere, dove con il loro esempio convertirono al cristianesimo il custode Marcello e la sua famiglia. Lo stesso imperatore Massimiano li fece chiamare al suo cospetto, ma di fronte alla salda fede dei giovani ordinò che fossero decapitati, sentenza che fu eseguita il 12 giugno. I corpi resi alla pietà dei fedeli furono sepolti nel cimitero di Calepodio presso le catacombe della via Aurelia. Nel 1653 il 20 di giugno in processione viene portato in dono da Roma a Monteprandone dove ancora oggi si conservano nell’altare di destra il corpo.

Il santo viene invocato per le calamità naturali.

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