Gianni Borsa

“In qualità di candidato alle elezioni europee, mi impegno a tener conto sistematicamente delle necessità della famiglia, nel momento in cui dovrò assumere decisioni politiche che abbiano un impatto sulla società, al fine di rafforzare l’istituzione familiare, per il bene dell’Europa e nel pieno rispetto, oggi e in futuro, del principio di sussidiarietà”. Sono le prime righe del “Manifesto per la famiglia” che la Fafce (Federation of Catholic Family Associations in Europe, Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche) lancia in vista delle elezioni per il Parlamento europeo del 22-25 maggio. Un documento in dodici punti che ribadisce la centralità della famiglia nella società europea e chiede ai candidati all’Assemblea Ue che lo sottoscriveranno un atteggiamento coerente, a tutela dell’istituto familiare, basato sul principio di sussidiarietà.

“Siamo europeisti convinti”. 
In Italia il manifesto è rilanciato dal Forum delle associazioni familiari. Il presidente,Francesco Belletti, spiega: “Dobbiamo essere consapevoli che le decisioni prese a Bruxelles sono di fondamentale importanza anche per noi, per la nostra vita quotidiana. Siamo convinti europeisti, e proprio per questo desideriamo cambiare l’Europa affinché l’Europa faccia gli interessi dei popoli europei”. Il manifesto è diffuso mediante una campagna paneuropea intitolata “Vote for Family 2014 – Corro per la famiglia, anche in Europa”. Lo scopo dichiarato è “di incoraggiare i candidati a sostenere e promuovere politiche a misura di famiglia”. A chi ambisce a un posto a Strasburgo viene chiesto di sottoscrivere il manifesto per poi “impegnarsi a difendere, se eletti, la famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna e la vita dal concepimento al termine naturale, a riconoscere la famiglia come soggetto sociale”, a “sostenere politiche di conciliazione famiglia-lavoro”.

Rispetto dei diritti della persona. Belletti aggiunge: “La campagna è un’occasione per convincere i candidati che i valori della famiglia e della vita sono irrinunciabili per costruire un’Europa più giusta, più solidale, più rispettosa dei diritti della persona”. Il presidente del Forum prosegue: “Vogliamo mandare” al Parlamento Ue “persone che abbiano a cuore un’Europa che parte dal basso, e che riconosce che sono prima di tutto i cittadini e le famiglie a costruire la società”. Dopo le elezioni, spiega Belletti, dovrà essere compito delle associazioni delle famiglie non lasciar soli gli eletti, aiutandoli “a perseguire questi obiettivi, ma anche verificando che alla firma del manifesto corrisponda poi un impegno concreto”. I nomi dei candidati che sottoscriveranno il manifesto verranno resi noti in tutta Europa il 15 maggio in occasione della Giornata internazionale della famiglia”.

Il principio di sussidiarietà.
 Molto articolati i 12 punti del manifesto, che in parte toccano temi di competenza dell’Unione europea. Si indica, ad esempio, la necessità di riconoscere la complementarietà tra uomo e donna, negando “l’ideologia di genere che mira a cancellare le differenze sessuali nelle politiche pubbliche”. I candidati firmatari si impegnerebbero, quindi, a “definire, rispettare e promuovere l’istituzione matrimoniale” e, a questo proposito, il manifesto afferma: “La convivenza registrata tra persone dello stesso sesso è una forma di unione differente dal matrimonio tra un uomo e una donna. Mi impegno a rispettare il diritto degli Stati membri a definire il concetto specifico di convivenza registrata e di matrimonio. In forza del principio di sussidiarietà mi opporrò a qualsiasi ingerenza che l’Unione Europea voglia introdurre in quest’ambito attraverso politiche comunitarie”. E, ancora, si indicano gli impegni a rispettare la dignità dell’uomo dal concepimento al termine naturale della vita, a riconoscere il principio secondo cui “padre e madre sono i primi e principali educatori dei propri figli”, a “riconoscere il valore del lavoro familiare e il valore del volontariato”. Altri punti del manifesto (disponibile all’indirizzo internet www.voteforfamily2014.eu) chiedono un “equilibrio tra la vita familiare e la vita professionale”, la necessità di costruire una “economia al servizio della famiglia” e di applicare il concetto di “family mainstreaming”, ossia di tener conto degli interessi della famiglia in tutte le decisioni politiche Ue allo scopo di “realizzare un processo di integrazione comunitaria a misura di persona”.

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