Non si sa se certe notizie siano reali o si propaghino come leggende metropolitane, di paese sarebbe meglio dire, di quelle notizie estive che riguardano sempre gli animali inserite a fine telegiornale: si dice che ci sia un capriolo nel parco della Villa Laureati a Porto d’Ascoli, pare che qualcuno lo abbia visto e sicuramente alcuni solerti cittadini gli portano da mangiare. Ora cosa ci faccia lì un capriolo, che stando all’inesauribile fonte di informazioni che è wikipedia, vive sulle montagne e le alture, è un mistero! quale sventura lo avrà portato a ritrovarsi in un contesto, si di bosco, ma tutt’altro che di altura. E poi come si identifica che sia della specie del capriolo e non un altro animale?  Ma in fondo ci piace pensare che sia davvero un capriolo, ci fa volare con il pensiero dato che ha un che di misterioso e fiabesco pensare che il bosco della villa Laureati sia abitato da un capriolo. Generazione di ragazzi hanno cercato dei pertugi per avventurarsi nel parco e arrivare a espugnare la torre Guelfa! Generazioni di avventurieri e intrepidi che han sfidato impavidi, come antichi cavalieri, i misteri del bosco. E tutto diventa mito.

Il grande parco della villa che ospita sia la villa che la Torre Guelfa e comprende anche la Caserma Guelfa sono parte della memoria e dell’identità culturale di Porto d’Ascoli sebbene non di accesso. La Torre Guelfa di cui abbiamo sempre e solo scorto la merlatura, o quel che ne resta, è del XIV secolo, segno anch’essa insieme alla Caserma Pontificia di un territorio perennemente al confine, frontiera tra Ascoli e Fermo, tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie, e mettiamoci pure estendendo lo sguardo alla Sentina tra Ascoli e San Benedetto. Incredibili memorie e bellezze storiche, architettoniche e naturali che tutto il mondo ci invidia, non a caso ci chiamano il Belpaese! Da valorizzare, riscoprire e promuovere, mostrare. Infatti sempre il fido wikipedia sotto la voce Porto d’Ascoli dice della torre “Si trova all’interno di una villa privata ma si può scorgere dalla S.S. 16”. Ci sono gli eredi di questa proprietà naturalmente, ma siamo tutti i porto d’ascolani eredi e dopotutto anche custodi, indirettamente, di quest’eredità che la storia e la cultura ci consegnano e di cui prendersi cura, di cui captare il valore sociale e anche economico per promuovere eventi, sviluppo, opere che rivitalizzino, producano, occupino. Prendersene cura insieme, come quei residenti che con slancio e disponibilità portano da mangiare e comprano un mangime specifico, per il capriolo del bosco. Capriolo che solo pochi fortunati han avuto al fortuna di vedere.

Ci auguriamo, perché la speranza non vogliamo farcela rubare, che ci sia quel coraggio culturale e etico che sappia valorizzare un patrimonio abbondante su cui si radica la nostra identità: una torre trecentesca, una caserma pontificia, una casa colonica, un cacaturo, un campanile… e non ci dite che siamo in Italia, che con la cultura non si mangia, che gli interessi privati vengono prima. Lasciateci progettare percorsi, attrazioni, che corrono saltellando dietro al capriolo, ma concrete come il pane lasciatogli in cibo. Forse se l’interesse convergesse, istituzioni, investimenti, proprietari, società civile… comprendendo che si può guardare e costruire il futuro, anche con dei ricavi, a partire dall’investire sulla nostra storia, il nostro patrimonio avremmo tutti da beneficiarne. …Pensieri,

ma se il capriolo fosse davvero realtà?

Persiana: L’opera rappresenta Porto D’Ascoli, mettendo in evidenza i simboli che la rappresentano: la Caserma Pontificia, la Torre Guelfa, la Chiesa ( in questo caso la SS. Annunziata).Opera di Masyle. http://www.masyle.it/

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