scioperoCosa resterà di questo sciopero generale indetto da Cgil e Uil (e disertato dalla Cisl) lo capiremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Nel frattempo avvertiamo una certa misura e cautela nelle parole e nei gesti dei rappresentanti dei lavoratori, così come fra i banchi del Governo e del Parlamento. In questi casi, come è giusto che sia, ogni cosa (anche una protesta) va consumata dentro le regole democratiche. E’ quanto sembra che stia accadendo nelle 54 città italiane, grandi e piccole, nelle quali si svolgono le manifestazioni di protesta contro il Jobs act e la Legge di stabilità.
A sciopero consumato, ci permettiamo di esprimere solo un auspicio: il Paese ha bisogno del dialogo. Dialogo sociale, costruttivo e propositivo. Non è questo il momento di contare i vincitori e i vinti. La crisi economica e l’esplosione del malaffare criminale-affaristico-politico-amministrativo ci hanno già preso abbastanza a schiaffi. Altro che disintermediazione… Mentre noi chiacchieravamo, c’era qualcuno che il Paese lo stava depredando. Il vero rischio che tutti noi corriamo è quello della scomparsa della libera democratica rappresentanza. A favore dell’antipolitica o del malaffare che si fa partito. Non facciamo scherzi!

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