URBINO – Eugenio De Signoribus, tra le voci più alte e riconosciute della poesia contemporanea, è stato il protagonista della giornata celebrativa organizzata dall’Università di Urbino che gli ha conferito oggi, 2 dicembre, il Sigillo di Ateneo in una cerimonia molto partecipata nell’Aula Magna del Rettorato.

La motivazione del prestigioso riconoscimento sottolinea “la profondità morale e civile della sua opera, capace di intrecciare memoria personale e storia collettiva con un respiro universale”. Il recente libro Ceneri germogli ceneri (2025), come ricordato dal Magnifico Rettore, rinnova infatti la sua poesia e l’eredità morale della più alta tradizione italiana, facendo emergere smarrimento e residua salvezza.

La giornata ha reso omaggio a una figura luminosa della cultura italiana attraverso la consegna del Sigillo e un seminario pomeridiano di riflessione e incontro. Durante la mattina De Signoribus ha tenuto la lectio magistralis “Poesia come coscienza”, un intervento intenso che ha ripercorso il senso del proprio cammino creativo e il ruolo della poesia come forma di consapevolezza e responsabilità. Nel pomeriggio, alla Sala Tartaruga della Fondazione Bo, il seminario “Per un volto di poeta” ha riunito interpreti, studiosi e artisti amici dell’autore – tra cui Enrico Capodaglio, Fabio Ciceroni, Giorgio Cutini, Richard Dixon, Lucia Ferrati, Giuliano Giuliani, Bruno Marcucci, Tiziana Mattioli, Massimo Raffaeli, Stefano Verdino ed Emanuele Zinato – che hanno esplorato la cifra unica della sua voce poetica, la precisione linguistica e la dimensione etica che attraversa la sua intera produzione.

L’Università di Urbino colloca De Signoribus accanto alle personalità che negli anni hanno ricevuto il Sigillo di Ateneo – dai premi Nobel Tawakkul Karman, Ada Yonath e Muhammad Yunus a figure della cultura, dell’arte, della scienza e dell’impresa come Elena Cattaneo, Carlo Rovelli, Andrea Camilleri, Paolo Fresu, Nuccio Ordine, Nicola Gratteri, Valter Scavolini e molte altre – riconoscendo nella sua opera un esempio raro di coerenza, profondità e testimonianza civile. La giornata si è così chiusa come un omaggio corale a una poesia che continua a illuminare il nostro tempo e a interrogare, con voce limpida e rigorosa, la coscienza di tutti.

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