(foto Ugcc)

“In questi giorni, avendo l’opportunità di dialogare con le più alte cariche dello Stato, con i nostri politici, i leader civili, i nostri soldati e la gente comune, si percepisce che oggi l’Ucraina vive un grande stato di ansia. E questa inquietudine non fa che crescere”. Lo ha detto l’arcivescovo maggiore di Kyiv, Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina (Ugcc), nell’omelia pronunciata ieri nella Cattedrale della Resurrezione di Cristo, spiegando – si legge nel sito dell’Ugcc – che “tale inquietudine è causata sia da pressioni esterne, sia da tensioni interne nella società”. “Molti dicono che questa guerra, che stiamo vivendo ora – ha detto Shevchuk -, si avvicina a una certa linea, a un certo limite che tutti temiamo” e le persone si trovano “di fronte a un’ondata di emozioni, di informazioni diverse, che questa settimana saranno ancora più numerose”. Sua Beatitudine ha quindi sottolineato “l’importanza dell’unità nei tempi di prova, invitando a non cedere allo scoraggiamento. È così importante oggi essere capaci di unirci nel nome di Dio e nel nome dell’Ucraina. Abbiamo così bisogno di unità nazionale, di concordia, per agire come un corpo unico nel nome della vittoria sul nostro nemico che ci assale”. L’omelia si è centrata sulla storia del Vangelo riguardante la guarigione di una donna che soffriva di sanguinamento e sulle parole pronunciate da Gesù: “Non temere, soltanto abbi fede”. L’arcivescovo ha quindi esortato tutti — diplomatici, militari, funzionari, medici — a fare di queste parole “la possibilità di attingere alla sorgente vivificante, che è Cristo presente in mezzo a noi”.

Kiev, bambini alla messa nella Cattedrale della Resurrezione di Cristo (Foto Ugcc)

Oggi, Shevchuk ha dedicato il suo tradizionale video messaggio settimanale, alla tragedia di Ternopil. “Nella notte del 19 novembre – dice l’arcivescovo -, i russi hanno ucciso decine di persone e ne hanno ferito cento con un massiccio attacco missilistico contro civili. Tra i morti ci sono sei bambini… Questa non è più una guerra, non uno scontro tra forze militari degli stati, è un massacro deliberato della popolazione civile”. Ed ha aggiunto: “Quei sei bambini uccisi dai russi a Ternopil, ci ricordano i 668 bambini ucraini morti nei quattro anni di questa guerra”.

Intanto nell’ultimo sabato di novembre, in Ucraina e in molti Paesi del mondo, si è commemorata la memoria delle vittime dell’Holodomor del 1932–1933 — uno dei crimini più tragici del regime totalitario sovietico contro il popolo ucraino. Le commemorazioni di quest’anno sono iniziate con una preghiera comune dei rappresentanti del Consiglio Panucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose alla quale ha partecipato una delegazione dello Stato, guidata dal Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. “Oggi è fondamentale fermare la mano omicida dell’aggressore russo, che vuole ripetere tutto ciò che noi cerchiamo di prevenire con la nostra resistenza, la nostra memoria e il nostro eroico impegno a difesa della Patria”, ha dichiarato il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina.

Kiev, commemorazione della memoria delle vittime dell’Holodomor (Foto Ugcc)

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