“L’annuncio di un cessate il fuoco è stato accolto con enorme gioia qui a Gaza. Tuttavia, tra i colleghi e i pazienti incontrati stamattina prevale un cauto ottimismo: ci si interroga sulla stabilità dell’accordo e sulle difficili sfide che ci attendono”.
Lo racconta Alessandro Migliorati, capoprogetto di Emergency, che descrivono il clima che si respira nella Striscia di Gaza dopo la notizia dell’accordo tra Israele e Hamas, che prevede la fine degli attacchi, l’apertura dei corridoi umanitari e la liberazione degli ostaggi. Migliorati riferisce che nella notte si sono uditi ancora bombardamenti. “Speriamo siano davvero gli ultimi e che questo cessate il fuoco sia permanente – aggiunge – perché qui il 90% delle case è distrutto e i servizi sanitari sono completamente scomparsi. Emergency resterà per offrire aiuto alla popolazione palestinese anche in questa fase”. “È una bellissima notizia, ma tanti prendono questo annuncio col sorriso a metà – racconta Giorgio Monti, coordinatore medico di Emergency –. Mi dicono: ‘Adesso comincia il lavoro difficile, quello di ricostruire tutto’. Dopo due anni di sofferenze, violenze e carestia, la speranza è che si possa finalmente tornare a una vita dignitosa”. Presente a Gaza da agosto 2024, Emergency è operativa con una clinica di assistenza sanitaria di base ad al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis, e supporta una seconda clinica ad al-Mawasi, gestita insieme alla locale Culture & Free Thought Association (Cfta). Le due strutture visitano in media 600 pazienti al giorno, offrendo primo soccorso, medicina generale, salute riproduttiva e supporto post-operatorio. L’organizzazione conferma il proprio impegno a rimanere nella Striscia di Gaza anche nei prossimi mesi, per continuare a fornire assistenza a una popolazione profondamente provata, i cui bisogni restano ancora enormi.




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