Di Maria Francesca Carnea
RIPATRANSONE – Quanto arricchente sia, per la nostra fugace esistenza, il nutrimento spirituale, di come diventi ossigeno, acqua preziosa per la vita, te ne accorgi quando avverti arsura gridare nelle tue carni, quando senti ridurre respiro nel cuore. Indaghi la coscienza, cerchi risposte mentre nella testa affollano domande, interrogativi per una vita che vuole senso, e lo vuole anche per gli altri. Vai incontro così a una tensione interiore, una ricerca intima, consapevole, ciò che fuori di te vedi, ascolti, è solo rumore riempito di non senso, di umanità resasi disumana, incapace di sdegnarsi, ma prona all’orrore dell’indecenza, quella che di fronte a bambini non si ferma, di fronte ai più fragili impugna un’arma, come se la forza della prepotenza non rendesse anche loro fugaci da questa vita, da questa terra.
L’umanità accorta è chiamata a ricercare verità, a scrutare gli orizzonti imperscrutabili del nostro essere, a chiamare per nome -crimine- ciò che svilisce la purezza, e a mai rimanere indifferenti. Sollecitano a questa ‘umanizzazione’ semi di benevolenza che nutrono anime ispirate, e mi piace coglierne essenza, spunti di amabilità; incitamento che io stessa accolgo da chi ha offerto la sua vita per Cristo, figlia del mio stesso paese, Cirò (KR), amabile sorella e amica di famiglia, Sr. Maria Crocifissa Zizza, al secolo Settimia, monaca passionista che dal monastero di Ripatransone non ha mai mancato di far sentire la sua presenza in famiglia, amabili segni di dolcezza, nel potente silenzio della preghiera e ricerca spirituale testimoniata e condivisa. A mia madre e a Sr Crocifissa devo la conoscenza della venerabile madre Maria Addolorata Luciani, il suo cammino spirituale non ha mancato di arricchire la mia stessa esistenza. Il mondo ha bisogno di riferimenti, di testimoni di fede, di bene, deve poter credere ancora in un umanesimo possibile.
Ci imbattiamo, nel paradosso del tempo crudele che viviamo, in una personalità amabile, appassionata di Cristo, personalità che ha fatto del dato spirituale, della fede, il centro della propria esistenza, con coerenza applicativa, determinazione a costruire amore, generando una missione di bene comune, agendo la pace nelle sue infinite sfaccettature. Ecco che la bellezza d’insieme dell’esperienza umana della venerabile madre Maria Addolorata del Sacro Costato, al secolo Maria Luciani, Religiosa professa della Congregazione delle Suore della Passione di Gesù Cristo, del Monastero Santa Maria Maddalena in Ripatransone (Ascoli Piceno), rientra nel mistero della spes contra spem, e diviene modello significativo dell’amore che incarna temerarietà coraggiosa.
Imparando a guardare con il cuore, ci insegna Madre Maria Addolorata, non ci si distrae dall’essenziale, né si dà adito al male di distrarci dal bene che siamo, e che ci circonda; non lasciamo che le cose negative che vediamo, viviamo, soffriamo, ci lacerino, o siano al centro dei nostri pensieri; offriamo la nostra volontà per produrre i nostri talenti, donando spazio al bene e offrendone meno all’angoscia dell’“esterno”, pur mantenendo indignazione e mai tiepidezza.
Ma chi era questa anima bella? Sr. Maria Addolorata Luciani nasce a Montegranaro, piccolo paese dell’ascolano, il 2 maggio del 1920; era la settima di otto figli, il papà Enrico Luciani e la mamma Camilla Dezi, nutrirono con amore il loro nido familiare. Il cuore di Maria negli anni si lascia innamorare dal suo volere interiore, e chiede di farsi monaca. La vicinanza del convento dei Passionisti a Morrovalle, cittadina dove tutta la famiglia si era trasferita, le dà la possibilità di trovare chi possa aiutarla a coltivare nel modo migliore tale ricchezza interiore. Il 4 giugno 1945, accompagnata dalla mamma Camilla, varca la soglia del Monastero delle Monache Passioniste di Ripatransone. La vestizione religiosa avviene il 22 agosto 1946 e sceglie il suo nuovo nome: Sr. Maria Addolorata del Sacro Costato. La professione religiosa ha luogo il 15 novembre 1947. La preghiera, la “santa osservanza” la chiamano abitualmente le Passioniste, ha sempre spazi abbondanti. Preghiera e lavoro si alternano regolarmente, scandiscono le giornate della vita della comunità religiosa e Sr. Maria Addolorata si sente realizzata. Nel frattempo, ai suoi disturbi allo stomaco e all’intestino si aggiunse una pleurite D interlobare. Molto sofferente, ma nel suo santo patire sempre grata a Dio per questo, il 30 novembre 1950, Sr. M. Addolorata consegue l’importante traguardo: la professione perpetua. Seppur nella sofferenza, mostrava sempre un sorriso e, traspare in molte sue lettere, l’incoraggiamento a mai arrendersi, piuttosto avere speranza e fiducia. Nel sanatorio di Teramo consumerà la sua breve esistenza. La tisi ormai imperversava e lei era ridotta, tra strazianti dolori, pelle e ossa. Il delicato soffio di vento che la sollevò conducendola dal tanto amato Gesù sopraggiunse il 23 luglio 1954. Nel Monastero delle Monache Passioniste di Ripatransone (AP), sono custodite le sue spoglie e lì riceve devozione da tanti che a lei si rivolgono in preghiera.
Nella sua breve ma intensa vita, profusa in concetto di santità e in comunione con Gesù Cristo e la Madonna Addolorata, ebbe modo di lasciarci scritti la cui profondità richiama al misticismo:
“Sulla via dolorosa che porta al Calvario, ti chiedo, Gesù, di divenirti compagna … insegnami ad abbracciare la croce e quando cado, insegnami a rialzarmi … insegnamelo tu Gesù a vedere nel dolore un disegno di amore … innamorami del patire”.
“I travagli di questa vita bisogna riguardarli e accettarli come una particella della Croce di Gesù Cristo e come una goccia del suo calice”.
Nella sua vita Madre Maria Addolorata Luciani ha sperimentato strenuamente il dolore, così come maldicenze, gelosie, contrasti, menzogne, tutte armi del male da cui ha imparato il dovere e la fatica del perdono. Prove della vita che non l’hanno portata ad arretrare di un passo dal suo spirito deciso e appassionato, votato all’amore per Gesù, al rispetto della dignità di ognuno e al far sentire ogni persona consapevole della propria ricchezza d’animo, a rinfrancare ognuno nella fiducia e, soprattutto, nella speranza del domani. Madre Maria Addolorata del S. Costato ci insegna che imparando a guardare al cielo con il cuore, non ci si distrae dall’essenziale, non si dà adito al male di distrarci dal bene che siamo, né alle cose negative che soffriamo, di lacerarci. La bellezza d’insieme dell’esperienza umana di Sr. Maria Addolorata Luciani diviene modello significativo dell’amore che incarna il coraggio. Ci insegna a impreziosire il mondo, qualunque di esso viviamo, a partire da noi stessi, nell’assoluta consapevolezza che Dio è amore e, per questo, compenetralo nella propria vita, poiché potente è la sorgente di ogni bene.
Il 7 novembre 2018 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto con cui suor Maria Addolorata Luciani è stata dichiarata Venerabile, riconoscendone le virtù eroiche. Testimone fervente di Cristo, ancora oggi i pensieri della Venerabile Madre incoraggiano a guardare a Lui, a testimoniare che nulla si perde, sopratutto che rimanere soli con Dio è l’incontro che induce alla svolta, al coraggio di affrontare, con fortezza, la speranza del domani.
Come non rimanere affascinati dalla bellezza spirituale e volitiva della sua anima, come non maturare rispetto e assoluto riguardo per tale esempio d’umanità profonda. Sembra stridere con il quotidiano dei nostri giorni una vita così intensamente e liberamente vissuta. Sembra destare sconcerto una prova d’amore così integrale e così assolutamente devozionale. Eppure è d’esempio al valore dell’umano sussistere una vita eroica e virtuosa vissuta per un senso che Sr. Maria Addolorata ha avuto il grande dono di compenetrare e fare ardentemente suo.
Invito a scoprire l’abito spirituale della Venerabile Madre Luciani, a pregare sulla sua tomba custodita nel Monastero di Ripatransone, Ella fece sua la convinzione che l’amore puro verso la Croce, il più alto dei sentimenti, mai delude, è speranza certa che dona risposte.





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