Scritto dai ragazzi della Cresima
ASCOLI PICENO – Noi ragazzi frequentanti il corso di Cresima nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda, domenica 7 settembre abbiamo vissuto il nostro ultimo ritiro prima della Cresima del 13 settembre. Siamo stati ospitati nella “Casa Famiglia Manuela” dai coniugi Claudia e Gioacchino e dalla loro grande famiglia, composta da cinque ragazzi: Silvio, Marco, Valerio, Diana e una ragazza di 17 anni.
Questa casa famiglia, insieme a molte altre che fanno parte dell’associazione Papa Giovanni XXIII, accoglie come figli giovani e adulti con diverse problematiche. I coniugi ci hanno raccontato la loro esperienza e come, grazie alla Provvidenza, siano riusciti a creare la splendida famiglia che oggi hanno.
La Casa Famiglia “Manuela” prende il nome da una giovane ragazza conosciuta da Claudia e Gioacchino durante un corso in cui condividevano la loro testimonianza di fede. Colpita profondamente dalla loro storia e dalla loro famiglia, la ragazza, una volta tornata a casa, decise di lasciare metà del suo patrimonio proprio a loro. Purtroppo, poco tempo dopo, morì in un incidente stradale all’età di soli 26 anni.
Claudia e Gioacchino hanno dovuto affrontare molte difficoltà per arrivare dove sono oggi. Vivono ogni giorno nell’amore di Dio e si affidano completamente a Lui.
Nel corso degli anni hanno ospitato anche persone provenienti dal carcere, aiutandole a ritrovare un senso di riscatto e libertà personale. Nonostante le diversità, tra i ragazzi accolti si sono creati legami profondi. In particolare, ci ha colpito una storia del 2009, quando si instaurò un rapporto di fiducia e complicità tra un ex detenuto e un ragazzo con problematiche, un rapporto basato non sulle parole, ma sulla semplice presenza reciproca nella quotidianità.
Una catechista ci ha raccontato di essere rimasta particolarmente colpita dalla storia del secondo figlio, Marco. All’inizio, Claudia e Gioacchino vivevano soltanto con Silvio, il primo ragazzo adottato, ma sentivano il desiderio di allargare la loro famiglia. Chiesero dunque a Silvio cosa ne pensasse e lui rispose che, se avessero adottato un altro bambino, avrebbe dovuto chiamarsi Marco.
Quando ricevettero la chiamata per accogliere un nuovo bambino, fu detto loro che il piccolo aveva gravi problematiche e che non sarebbe sopravvissuto oltre l’anno di età. Inizialmente, i due coniugi non si sentirono pronti ad accoglierlo, temendo di sconvolgere la vita di Silvio. Tuttavia, quando seppero che il bambino si chiamava proprio Marco, interpretarono questo come un segno del destino: Dio l’aveva mandato nella loro casa. Decisero quindi di accoglierlo, anche se solo per pochi mesi. Oggi Marco ha 27 anni, e grazie a quell’atto di amore e fede, ha potuto crescere in una famiglia che lo ama e continua a sostenerlo.
Anche la storia di Valerio e Diana ha suscitato molto interesse tra noi ragazzi: vite segnate fin dai primi anni da violenze domestiche e gravi problematiche familiari che ne hanno cambiato il corso per sempre.
Questo incontro ci ha insegnato che non serve un legame di sangue per sentirsi famiglia: basta la volontà di mettersi in gioco e aiutare il prossimo. Non bisogna ascoltare i pregiudizi degli altri, ma piuttosto il proprio cuore.
Claudia e Gioacchino hanno avuto il coraggio e la fede di dare una seconda possibilità a ragazzi a cui non era stata concessa alcuna speranza. Hanno scelto di affrontare il futuro insieme, senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà.
Questa giornata in loro compagnia ci ha mostrato che, anche quando le sfide della vita sembrano impossibili da superare, con la fede in Dio e l’appoggio reciproco, ogni ostacolo può trasformarsi in un’esperienza significativa, se vissuta con le persone giuste accanto.
Abbiamo celebrato insieme la Messa all’interno della loro casa, un momento di grande unione durante il quale abbiamo condiviso il sacro pasto con il Santo Padre. Dopo la celebrazione, abbiamo pranzato con loro, vivendo un momento di quotidianità familiare.
L’amore di questa famiglia non è rimasto chiuso entro le mura della loro casa. Al contrario, i ragazzi hanno avuto la possibilità di vivere esperienze meravigliose, come un viaggio a Disneyland, offerto da una coppia di giovani sposi che, invece di fare le tradizionali bomboniere di matrimonio, ha deciso di donare quei soldi a Gioacchino e Claudia per regalare un sogno a questi ragazzi.





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