Di Don Gian Luca Rosati tratto dal Blog “Gioia e Pace
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se penso alla mia vita, noto che la capacità di essere solidale è frutto/merito dell’incontro che ho avuto e ho con persone solidali, prima di tutto in famiglia, ma poi a scuola, in parrocchia e anche nelle vie e nelle piazze delle città in cui ho abitato.
Ho incontrato uomini e donne solidali, che ci credevano davvero e trasmettevano quei valori nella semplicità dei loro mestieri quotidiani. Ero bambino, ma ricordo ancora Attilio, un anziano contadino che vedevo lavorare e faticare con un animo pacifico ed era cordiale e sorridente con tutti, piccoli e grandi. Sono cose che ti restano impresse…
Oggi quando mi sento “chiuso” e “asfissiato” da certi modi di ragionare, torno con il ricordo a quei buoni maestri e respiro aria buona e non mi perdo d’animo, e mi rimetto all’opera perché la gente possa incontrare in me un uomo di solidarietà, di pace. Magari non ci riesco, ma ci provo e ci riprovo sempre, perché sono convinto che la missione di ogni uomo sia quella di essere umano e, come uomo, non posso rassegnarmi al disumano che incontro e che sembra imporsi ai miei occhi e al mio cuore.
Qualche giorno fa, predicando a Messa, ho invitato i presenti a farsi un giro al corso di San Benedetto (c’erano molti turisti) e a fermarsi davanti a quei due monumenti, opera di Marcello Sgattoni, che stanno subito dopo il sottopassaggio della ferrovia a sinistra (camminando in direzione della rotonda). Su uno c’è scritto “ai Caduti per la Libertà”, sull’altro “Il sacrificio dei martiri disseta i popoli”.
Entrambi i monumenti mi commuovono, mi fanno apprezzare la Vita e la Libertà, mi fanno cercare la Vita e la Libertà, mi fanno attento perché tutti abbiano la Vita e la Libertà, mi dicono che è possibile anche dare la Vita per la Libertà, mi ricordano che la Vita e la Libertà che vivo è frutto della Vita donata da altri (e moltissimi hanno dato la Vita perché io fossi libero e nemmeno mi conoscevano)…
Noto e apprezzo tutto questo non perché sono più bravo di altri, ma perché ho avuto e ho buoni maestri. Perciò credo sia necessario che ciascuno di noi sia missionario di umanità, solidarietà, fraternità, compassione, amore.

Mi auguro che cittadini e governanti tornino ai loro buoni maestri e, anziché ispirarsi alle urla e alle prepotenze dominanti, si ispirino alla solidarietà e all’umanità che li ha nutriti e li ha fatti crescere!

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