(Foto B.F. Taybeh)

Di Daniele Rocchi

“Una minaccia diretta e intenzionale alla nostra comunità locale, in primo luogo, ma anche al patrimonio storico e religioso dei nostri antenati e ai luoghi santi. Di fronte a tali minacce, il più grande atto di coraggio è continuare a chiamare questa città ‘casa vostra’. Siamo al vostro fianco, sosteniamo la vostra resilienza e potete contare sulle nostre preghiere”. Non hanno usato mezzi termini i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme per denunciare gli attacchi dei coloni israeliani dei giorni scorsi contro il villaggio palestinese di Taybeh, l’unico interamente cristiano rimasto in Cisgiordania. L’ultimo, lo scorso 7 luglio, quando diversi coloni provenienti da insediamenti vicini hanno intenzionalmente appiccato un incendio nei pressi del cimitero della città e della chiesa di San Giorgio, risalente al V secolo.

Chiesa di san Giorgio attaccata dai coloni israeliani (Photo Credit: Nabd ElHaya)

Atto subito stigmatizzato dai tre parroci locali, quello latino, greco cattolico melkita e greco ortodosso, in un comunicato congiunto in cui si chiedeva sostegno per fronteggiare questi ripetuti e sistematici attacchi. A leggere il messaggio è stato il patriarca greco-ortodosso Teofilo III arrivato questa mattina a Taybeh insieme al patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, e agli altri Capi delle Chiese gerosolimitane, in una visita di solidarietà.

Chiesa presente da 2000 anni. Quelli del 7 luglio e dell’11 luglio sono solo gli ultimi di una lunga serie di attacchi che, si legge nella dichiarazione, “hanno visto i coloni israeliani portare il loro bestiame a pascolare nelle fattorie dei cristiani sul lato est di Taybeh, la zona agricola, rendendole inaccessibili e danneggiando e gli uliveti da cui dipendono le famiglie”. Il mese scorso, inoltre, “diverse case sono state attaccate dai coloni che hanno appiccato incendi e hanno esposto un cartellone che diceva, tradotto in inglese, ‘non c’è futuro per te qui’”, rivolto agli abitanti di Taybeh. Davanti a questa frase i Capi cristiani ribadiscono che

“la Chiesa è presente fedelmente in questa regione da quasi 2.000 anni”.

“Respingiamo fermamente questo messaggio di esclusione e riaffermiamo il nostro impegno per una Terra Santa che sia un mosaico di diverse fedi che convivono pacificamente in dignità e sicurezza”.

(Foto B.F Taybeh)

Indagini trasparenti. Dai Patriarchi e dai Capi delle Chiese arriva la richiesta alle autorità israeliane affinché “questi coloni siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Anche in tempo di guerra, i luoghi sacri devono essere protetti”.

“Chiediamo un’indagine immediata e trasparente sul motivo per cui la polizia israeliana non ha risposto alle chiamate di emergenza della comunità locale e sul perché queste azioni abominevoli continuino a rimanere impunite”.

“Gli attacchi dei coloni contro la nostra comunità, che vive in pace, devono cessare, sia qui a Taybeh che altrove in Cisgiordania”, viene rimarcato dal Consiglio dei Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, per i quali “questo fa chiaramente parte degli attacchi sistematici contro i cristiani che vediamo diffondersi in tutta la regione. Inoltre, chiediamo a diplomatici, politici e funzionari ecclesiastici di tutto il mondo di dare voce alla nostra comunità ecumenica di Taybeh, affinché la sua presenza sia garantita e possa vivere in pace, pregare liberamente, lavorare senza pericoli e vivere in una pace che sembra essere fin troppo scarsa. Ci uniamo ai nostri confratelli di Taybeh nel ribadire questa speranza di fronte a una minaccia persistente”.

La visita. I Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme sono arrivati questa mattina a Taybeh da Gerusalemme. Nella sede della municipalità hanno incontrato una delegazione locale ed esponenti dei villaggi vicini di Kufur Malek e Almazra’ Al-Sharqiyeh. A loro si sono uniti rappresentanti del Corpo diplomatico e dei media. Un breve discorso di saluto dei tre parroci di Taybeh ha preceduto la proiezione di un video su Taybeh e la sua terra. Dopo la lettura del messaggio, da parte di Teofilo III, si è svolta una processione verso la chiesa bizantina di San Giorgio dove i Capi cristiani hanno pregato insieme prima di rientrare a Gerusalemme.

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