“La Chiesa è chiamata ad accompagnare e a condividere il dolore del popolo amazzonico e a collaborare alla guarigione delle sue ferite”, attraverso “un ascolto attento contemporaneamente al grido dei poveri e a quello della terra”. È l’appello del documento preparatorio al Sinodo per l’Amazzonia, dove – sulla scorta del documento di Aparecida – si ribadisce che “non prendersi cura della casa comune è un’offesa al Creatore, un attentato contro la biodiversità e, in definitiva, contro la vita”. Quello dell’Amazzonia, si legge nel testo, “è un grido di schiavitù e di abbandono, che domanda la libertà e l’attenzione di Dio. È un grido che invoca la presenza di Dio, specialmente quando i popoli amazzonici, per difendere le proprie terre, si scontrano con la criminalizzazione della loro protesta – sia ad opera delle autorità che dell’opinione pubblica –; o quando sono testimoni della distruzione della foresta tropicale, che costituisce il loro habitat millenario; o quando le acque dei loro fiumi si riempiono di elementi che producono morte anziché vita”. “In Amazzonia la nozione di ecologia integrale è una chiave per rispondere alla sfida di tutelare l’immensa ricchezza della sua biodiversità ambientale e culturale”, la proposta del testo a partire dalla Laudato si’: “L’Amazzonia è un polmone del pianeta e uno dei luoghi in cui si trova maggiore biodiversità nel mondo. Riconoscere il territorio amazzonico come bacino, al di là delle frontiere tra i Paesi, aiuta ad avere uno sguardo integrale sulla regione, essenziale per la promozione di uno sviluppo e di una ecologia integrali”. Le “minacce”, invece, provengono da una “visione consumistica dell’essere umano”: per questo occorre “stabilire ponti che possano articolare i saperi ancestrali con le conoscenze contemporanee, particolarmente quelle che riguardano l’utilizzo sostenibile del territorio e uno sviluppo coerente con i sistemi di valori e con le culture dei popoli che abitano questi luoghi, da riconoscere come loro autentici custodi, e in definitiva come loro proprietari”. L’ecologia integrale, in sintesi, “ci invita a una conversione integrale”, a un “cambiamento di rotta integrale” che “non può esaurirsi in una conversione di tipo individuale”: “Un cambiamento profondo del cuore, espresso in comportamenti personali – la proposta del testo – è necessario quanto un cambiamento strutturale, espresso in comportamenti sociali, in leggi e in programmi economici coerenti”.

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