Sono i “sinkies” i nuovi giovani poveri che Caritas Europa ha identificato da un’indagine sulla povertà giovanile condotta in 17 Paesi. Si tratta delle “giovani coppie senza figli che, pur lavorando in due, hanno un salario che sommato non corrisponde all’equivalente di un reddito decente” e questo impedisce di mettere al mondo dei figli. La sigla arriva da “Single Income, No Kids”. L’indagine è stata presentata a Göteborg, proprio alla vigilia del Summit sociale che si svolge oggi, in una conferenza stampa organizzata Caritas Europa, Caritas Svezia, Eurodiaconia e la Chiesa luterana svedese. “Sarà la prima generazione dopo decenni che rischia di stare peggio dei genitori, con conseguenze profonde per la coesione sociale, i modelli e i sistemi di protezione sociale”, ha dichiarato Jorge Nuño Mayer, segretario generale di Caritas Europa, indicando il rischio di un “naufragio sociale se non si prendono provvedimenti adesso”. Secondo l’indagine “le società europee hanno rinunciato ai propri impegni per la coesione sociale e trascurano le giovani generazioni”, spesso “discriminate” e penalizzate dagli esiti della crisi quanto a “contratti e condizioni di lavoro, salari, accesso alle protezioni sociali”. I più fragili tra i fragili sono “i single con figli”, soprattutto se donne. Dalle Chiese anche la raccomandazione all’Ue di definire una “strategia” adeguatamente finanziata e ai Paesi di lavorare sui filoni dell’accesso alla casa, il salario minimo, sostegni alle famiglie.

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