GROTTAMMARE – Giovedì 18 gennaio alle ore 15.00 presso l’ISC G. Leopardi di Grottammare, scuola capofila della Rete Intercultura, ha preso il via il progetto “TUTOR TRA PARI”, la cui metodologia è basata sull’approccio cooperativo dell’apprendimento con la quale alunni di età ed esperienze simili si formano a vicenda senza una generazione gerarchica. 

La formazione dei docenti coordinatori è stata affidata ad esperti della Fondazione ISMU (Iniziative e studi sulla Multietnicità) di Milano, ente accreditato dal MIUR per la formazione e a professori dell’Università degli studi “Cattolica” di Milano, e comprende, oltre ai seminari, parecchie ore di didattica laboratoriale. 

Tra le 14 scuole della Rete troviamo gli Istituti Comprensivi di Cupramarittima, Ripatransone, Montalto Marche, Monteprandone, Acquaviva Picena, l’IPSSAR, il Liceo Classico G. Leopardi, l’I.T.C. Capriotti e l’IPSIA, l’I.S.C.  Nord, l’I.S.C. Centro e l’ISC Sud di San Benedetto del Tronto, l’I.T.G. Fazzini Mercantini Grottammare.

Il Dirigente Scolastico della scuola capofila della rete, Prof. Maurilio Piergallini, che da anni promuove attività interculturali dichiara: “Gli adolescenti stranieri sono gli studenti maggiormente esposti al rischio di insuccesso e dispersione scolastica, come confermano la ricerca e i risultati delle indagini condotte dal MIUR. In particolare, i ragazzi e le ragazze che arrivano in Italia per ricongiungimento familiare si trovano a dover affrontare gravi ostacoli per portare a termine la formazione scolastica iniziata nel paese di origine. La difficoltà più evidente è l’assenza o la  scarsa conoscenza della lingua italiana, ma difficile per loro è anche il ripensamento globale di tutti gli elementi che fanno parte del nuovo universo scolastico: le regole della scuola, i diversi approcci pedagogici e didattici, i programmi disciplinari e le richieste in termini di comunicazione,  comportamento,  rendimento”. 

Sempre più evidente appare dunque l’importanza della pratica di tutoring fra pari, della quale occorre sottolineare la valenza formativa a doppio binario: sia per i giovani stranieri che per i giovani italiani. La responsabilità affidata ai giovani tutor italiani, il riconoscimento di una loro funzione sociale ed educativa nei confronti di altri giovani diventano fattori di incremento di autostima e moltiplicatori di motivazione e di sempre maggiore impegno. 

La prof.ssa Giancarla Perotti coordinatrice della Rete spiega che “il progetto tende a far diminuire l’insuccesso scolastico perché il rapporto di tutoring non comporta le implicazioni istituzionali e autoritarie del rapporto insegnate-alunno, facendo così acquisire agli alunni tutor senso di responsabilità e fiducia in se stessi mentre gli allievi tutorati risulteranno più disponibili al dialogo di apprendimento e miglioreranno l‘autostima. Da considerare anche che l’interagire tra i due gruppi farà migliorare e rafforzare l’amicizia. Infine da non sottovalutare c’è l’aspetto qualitativo del tutoraggio fra pari come ad esempio i risvolti positivi legati alla sfera della solidarietà” . Tra le ricadute per gli studenti la Perotti ne cita alcune “occasioni di aggregazione, integrazione e collaborazione nel laboratorio interculturale; prevenzione del disagio, della demotivazione e della dispersione scolastica attraverso la creazione di spazi di libera espressione delle idee e degli interessi dei ragazzi; promozione di una cultura dell’incontro e della relazione tra allievi autoctoni ed immigrati, finalizzata alla valorizzazione della componente multiculturale nella scuola”.

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