A cura dell’Istituto Teologico Marchigiano

MARCHE – Il ripensamento del nesso fede/sacramento del matrimonio è un tema cruciale nel panorama teologico ed ecclesiale contemporaneo. Non a caso, papa Francesco ha incentrato una riflessione su tali questioni nel suo ultimo intervento alla Rota Romana lo scorso 21 gennaio 2017. I giovani che chiedono il matrimonio appaiono motivati e spesso ben consapevoli della scelta che stanno per compiere, anche semplicemente per il motivo che essa non è più l’unica forma possibile di unione affettiva. Il fatto che oggi ci siano altri stili di convivenza civilmente e socialmente riconosciuti rende il matrimonio sacramentale una scelta esplicitamente voluta. La buona disposizione umana, però, sovente non è corrisposta da un’esperienza di fede matura. Per questo papa Francesco più volte ha esplicitamente auspicato «un adeguato cammino di preparazione volto a riscoprire il matrimonio e la famiglia secondo il disegno di Dio. Si tratta di aiutare i futuri sposi a cogliere e gustare la grazia, la bellezza e la gioia del vero amore, salvato e redento da Gesù. La comunità cristiana alla quale i nubendi si rivolgono è chiamata ad annunciare cordialmente il Vangelo a queste persone, perché la loro esperienza di amore possa diventare un sacramento, un segno efficace della salvezza».

D’altra parte, il fatto che numerosi fidanzati – pur in un contesto di secolarizzazione come quello attuale – liberamente e consapevolmente chiedano un sacramento come il matrimonio è «per tutta la comunità una straordinaria occasione di missione. Oggi più che mai, questa preparazione si presenta come una vera e propria occasione di evangelizzazione degli adulti e, spesso, dei cosiddetti lontani. Sono, infatti, numerosi i giovani per i quali l’approssimarsi delle nozze costituisce l’occasione per incontrare di nuovo la fede da molto tempo relegata ai margini della loro vita; essi, per altro, si trovano in un momento particolare, caratterizzato spesso anche dalla disponibilità a rivedere e a cambiare l’orientamento dell’esistenza. Può essere, quindi, un tempo favorevole per rinnovare il proprio incontro con la persona di Gesù Cristo, con il messaggio del Vangelo e con la dottrina della Chiesa».

La premura della Chiesa nei confronti delle giovani coppie si è concretizzata da alcuni decenni in un itinerario di preparazione (il cosiddetto “corso per fidanzati”) mediante il quale accompagnare le coppie alla riscoperta della sacramentalità della loro unione. È un tentativo ancora adeguato? Eventualmente, in che modo allora le comunità cristiane possono essere aiutate e sostenute in questo compito? Come la teologia e il diritto possono intervenire efficacemente nel ripensare la pastorale? Quale impulso ha impresso l’esortazione postsinodale «Amoris laetitia» al matrimonio e alla famiglia? Il convegno curato dall’Istituto Teologico Marchigiano si propone come uno spazio di discussione e di riflessione offerto agli studenti e alle Chiese locali delle Marche per cogliere le sfide e le occasioni di grazia che il nostro tempo presenta.

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