Azzardo“Fermare l’azzardo si può. Non abbiano paura i baristi di liberarsi dalle ‘macchinette mangiasoldi’”. E’ l’appello della Fondazione Antiusura San Nicola e S.S. Medici di Bari e del Cartello “Mettiamoci in Gioco ” che tre anni fa ha lanciato la campagna “No Slot – Sì Cafè”. Ai commercianti che aderiscono alla iniziativa, cioè che rinunciano al business dell’azzardo, legato a doppio filo all’usura e alla criminalità organizzata, è consegnato un bollino da esibire all’interno dei locali, che riporta appunto la dizione “No Slot–Sì Cafè”. La Campagna ha raccolto una cinquantina di adesioni nel territorio di Bari e provincia, di cui una ventina sono concentrati nel territorio di Bisceglie.  L’adesione però incontra la resistenza dei cavillosi contratti che legano i baristi con i concessionari delle macchinette infernali, le pesanti penali a cui andrebbero incontro li farebbero desistere dai buoni propositi di contrastare l’azzardo nelle sue forme più aggressive, fenomeno che porta alla rovina economica di famiglie, giovani e anziani sino ad annientarne la dignità personale. “Abbiamo incontrato tanta sensibilità da parte dei baristi – hanno dichiarato Don Franco Lorusso e Antonio dell’Olio,  coordinatori del Laboratorio pastorale che ha visti coinvolte le parrocchie di Bisceglie -. Speriamo che gli sgravi fiscali deliberati dal consiglio comunale facciano salire il numero delle adesioni all’iniziativa”.  “Si tratta di decidere da che parte stare – ha dichiarato mons. Alberto D’Urso, presidente della Fondazione antiusura di Bari -. Sono sotto gli occhi di tutti le proteste delle famiglie che si sono rovinate con il gioco d’azzardo, l’ indignazione di Papa Francesco contro chi si arricchisce sul dolore e la povertà della gente. Nei giorni scorsi s è levata una protesta nazionale che ha visto 60 città italiane coinvolte, che auspico trovi ascolto non solo nei baristi che decideranno di aderire alla campagna ‘No Slot – Sì Cafè’, ma soprattutto nelle istituzioni affinchè adottino misure concrete per arginare il fenomeno dell’azzardo e delle derive sociali ed economiche che ne derivano, come l’usura, le dipendenze dalle droghe e dall’alcol, le connivenze con la criminalità organizzata”.

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